Messaggio del neo-presidente in occasione della Santa Pasqua 2020

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Care Amiche ed Amici,
ho voluto aspettare ancora qualche giorno, prima di condividere alcuni miei pensieri, per entrare bene nella mia coscienza che all’inizio non aveva preso pienamente atto della dimensione di quello che stava accadendo.

Sono pervaso da vari sentimenti, alcuni nuovi o apparentemente tali, perché i giorni che stiamo vivendo sono completamente diversi dalla “normalità” cui eravamo abituati.

Credetemi se vi dico che non è facile trovare le parole adatte per esprimere quello che sento in questo momento e mi scuso se non sarò all’altezza, ma abbiamo tutti l’animo in subbuglio per tanti motivi, a partire ovviamente da quelli inerenti la salute nostra, dei nostri cari e dei nostri amici.

È stata una Santa Pasqua vissuta in modo particolare.

Intorno a noi il mondo si è chiuso, ristretto tra le mura domestiche quasi come un sepolcro, dove, però, si è conservato o nato lo spirito della speranza che ci ha fatto guardare alla luce della Resurrezione.

È stata una Santa Pasqua più evidente nei suoi significati, più leggera, più vicina al mondo, credenti e non credenti, in cui l’uomo in futuro dovrà muoversi con la lentezza del proprio cammino senza distrazioni o desideri inutili. Però, con la prontezza del cuore e dell’intelletto per capire di quali preziosi doni dispone.

I nostri occhi oggi guardano alla “Verità” del Cristo che si concretizza nel dramma umano che stiamo vivendo. Sono lacerati i nostri vestiti e gli animi sono messi a nudo, appunto, al cospetto della verità che ci circonda che, necessariamente, dovrà diventare la “Verità” della fratellanza.

Lentamente sta uscendo allo scoperto lo spirito dell’umanità del nostro tempo. Inesorabilmente cadono le vesti delle convenienze e l’uomo appare per quello che è: un piccolo ospite di questa Terra che ha bisogno di eroi per sconfiggere le proprie debolezze, l’arroganza che ci faceva pensare invincibili. Il conforto della Fede ci aiuta ad aprire la Ragione per capire meglio e più semplicemente quale sia il messaggio che oggi, ancor più, arriva dal Padre: il rispetto e la speranza, …. la fermezza e l’umiltà.

Papa Francesco nella profonda essenzialità della Sua fede, da “Buon Parroco” del mondo, in una serata dove anche gli elementi raffiguravano l’espandersi del male, mal fermo nel passo ma deciso nel suo cammino, ha espresso questo pensiero: “non da soli”. La Terra è stata invitata a guardare oltre, a volgere gli occhi verso Chi, comunque, umanamente ci accomuna. Invitata, nelle accorate parole del messaggio pasquale, a pensare come la ricchezza del creato deve essere di tutti, concretamente universale. Ma non solo quella materiale. Gli egoismi continuano a prevalere. Gli egoismi intellettuali, politici, economici fatti di un’etica (non etica) conveniente che ci rende insensibili anche di fronte ai drammi più disumani.

Questa Pasqua è stata un messaggio chiaro: abbiamo condiviso la Passione perché siamo nella Passione.

Naturalmente, come Serrani, una parte dei nostri pensieri va alla “missione” che ci appartiene. Non sappiamo come potrebbe essere il futuro, ma la “nostra lampada” dovrà essere pronta ad illuminare scenari diversi, consapevoli che dovremo affrontare grandi sfide e la missione serrana ci aiuterà. Ci aiuterà a meglio capire quanto sia veramente importante la vicinanza “umana” ai nostri sacerdoti e religiosi che occupano un posto fondamentale nella scala dei valori sociali e che si stanno impegnando a confortarci, materialmente e con certezza spirituale, in questi momenti così fragili.

La Fondazione sarà chiamata, ancor più e con il vostro aiuto, a fare la sua parte.

Un pensiero particolare a coloro che sono in prima fila per curarci e combattere strenuamente questo terribile nemico e rispondono, anche con la vita, alla grande chiamata per la Vita.

Carissimi, continuiamo il nostro cammino di miglioramento vivendo il “Passaggio” quotidianamente, abbracciati all’umanità del Cristo che ogni giorno si presenta davanti a noi. Vi auguro ogni bene, teniamo in alto i cuori uniti nella fratellanza serrana e nella certezza luminosa del Risorto.

Marco Crovara