Chi sono i ragazzi delle GMG ?

di Maria Luisa Coppola

 

 

 

Seguire la GMG a distanza non è come esserci! Ma la gioia, l’entusiasmo, la contentezza di una marea di giovani provenienti da tutto il mondo che si sono incontrati a Lisbona hanno oltrepassato il video, lo schermo di tutti i mezzi di comunicazione e coinvolto chiunque avesse la curiosità o meglio l’interesse a seguirli nell’incontro con Papa Francesco. Nel solco della geniale intuizione di san Giovanni Paolo II che le ha fortemente volute e di Papa Benedetto che le ha mantenute, Papa Francesco è andato con l’amorevolezza di un Padre che si prende cura dei suoi figli sparsi nel mondo, per ascoltarli e comprenderli, nonostante la sua palese infermità.

Grande papa Francesco, il tuo invito ad essere Chiesa madre che non ha porte, che accoglie tutti, perché Dio ci ama come siamo, con tutte le nostre disobbedienze e modestie, sarà impresso nel cuore : “Todos, todos, todos”!

Chi sono i ragazzi delle GMG ? In gran parte provengono da movimenti ed associazioni, dalle parrocchie, dalle scuole ed università cattoliche, che già hanno sperimentato il vivere insieme in comunione di fede, convocati dai parroci e dai Vescovi. All’invito hanno risposto anche quei “ non più ragazzi” che da sempre seguono le GMG e che non vedevano l’ora di tornarvi dopo la terribile pandemia, con le loro mogli ed anche figli: una cosa bellissima, famiglie nate in seno alle GMG e amori che nascono nelle GMG , per affinità elettive. La testimonianza di fede autentica fa superare tanti inconvenienti ( il caldo, il lungo viaggio, le non facili sistemazioni) perché una felicità grande deve essere conquistata e perseguita, per l’unico Amore gratuito che è quello di Dio, si va oltre e senza lagne.

Hanno bucato lo schermo i volti dei giovani in preghiera, con le lacrime lungo le gote mentre venivano lette le testimonianze della “Via Crucis”, scritte in modo veritiero e calzante al mondo di oggi, con tutte le ipocrisie e le indifferenze degli egoisti attaccati ai pregiudizi, allo zoccolo duro di una tradizione religiosa non pienamente vissuta, abitudinaria e scadente, al mondo in guerra per l’arroganza dei più forti, alle violenze sui più fragili , allo scempio della natura dono di Dio, ai dolori di una vita non più sacra né rispettata. Le lacrime a Lisbona mi hanno commossa, mi sono sentita partecipe di tante preoccupazioni, di tanti fallimenti, da madre ho sentito la responsabilità di condividere con i miei figli adulti la tenerezza di tanti sentimenti e di tante speranze per un futuro nella Chiesa e non solo. Assistere alla preghiera sentita, raccolta di tante anime belle, inginocchiate davanti alla grande Croce, è diventata preghiera condivisa e silenziosa, per rinascere bisogna attraversare il deserto e scalare il Golgota fino alla cima, come la cerva che cercava acqua pura per dissetarsi. La grande organizzazione mondiale, attenta ai bisogni di tutti ed ospitale, che ha coniugato magistralmente gli spazi della preghiera, delle catechesi, della confessione, della devozione mariana a Fatima con i tempi dello spettacolo e del divertimento sano, dei suggerimenti paesistici e culturali è pienamente soddisfatta, a cominciare dai ringraziamenti di Papa Francesco che ha dato appuntamento a Roma nel 2015 per il Giubileo e a Seul in Corea del Sud per la prossima GMG .

Tutta la forza giovanile, l’ardore di questa “ meglio gioventù”, tutte le parole dette e le richieste manifestate, le preghiere per la vita buona del Vangelo costituiscono un manifesto importante di cui tener conto. Se ne facciano carico i Vescovi nel sostenere ed incrementare la pastorale vocazionale , i parroci e gli animatori parrocchiali, gli educatori ed i genitori, i laici impegnati in Diocesi perché tutta la Bellezza e la ricchezza ricevuta a Lisbona non vada persa. “Con i giovani ci devi perdere tempo, ci devi stare, anche per una passeggiata, non occasionalmente, li devi abbracciare. Gli adulti possono deluderti ma i ragazzi mai. E se ciò accadesse, rivedi i tuoi errori. “ Così il mio padre spirituale mi ha insegnato, mi ha inculcato a stampo!

Agli scettici che hanno con sufficienza e molte perplessità commentato la grande GMG di Lisbona 2023, giudicandola un Happening festoso e nulla più, un palcoscenico utile alla Chiesa per altri motivi e non per il bene primario della testimonianza dell’Amore di Cristo forse è sfuggito che in Portogallo si è costituito un monastero trappista per il coraggio e la determinazione di 10 suore provenienti dal monastero di Vitorchiano (VT) che ha partecipato alla gmg presentando la loro realtà monacale, in cui potranno essere accolti i pellegrini e le giovani donne alla ricerca di senso.

“Non ho mai partecipato a una GMG , ma ricordo bene l’esplosione di gioia che ho visto negli occhi dei miei amici quando tornarono da quella celebrata a Madrid nel 2011. Allora ero troppo giovane per partecipare, quest’anno tocca a me e, come nella parabola della perla preziosa nel
campo, è un’occasione privilegiata per rendermi conto di quanto sia prezioso l’amore di Dio per me e per prendere coscienza della vocazione che mi ha raggiunto”. Ana Cecìlia ha 25 anni, 10 mesi fa è entrata come postulante nel monastero trappista di Santa Maria Mãe da Igreja (Madre
della Chiesa) a Palaçoulo, nella provincia di Bragança, nord del Portogallo. È una comunità di recente fondazione, nata nel 2018 con il sostegno del vescovo di Bragança-Miranda, José Cordeiro, e che ha incontrato il favore della gente del posto ancor prima della sua nascita: i parrocchiani infatti donarono 28 ettari di terreno per aiutare una presenza fondata sulla preghiera e sul lavoro nei loro territori.

Il monastero, che dev’essere ancora ultimato, nasce come “gemmazione” di quello di Vitorchiano, in provincia di Viterbo, da dove provengono le 10 fondatrici italiane alle quali si sono aggiunte una postulante, una aspirante e una monaca eremita ospite per un periodo di formazione, tutte portoghesi. La costruzione del monastero dovrebbe terminare entro la fine dell’anno, attualmente le religiose vivono nella foresteria e ai visitatori è destinata un’ala con 15 posti e un refettorio. ( fonte Agensir).

Se si è tanto seminato, i frutti non mancheranno e, mi auguro, siano di sante vocazioni sacerdotali e alla vita consacrata e, soprattutto, di persone innamorate di Dio padre e Maestro adulti di riferimento per le generazioni a venire. Dall’alto dei miei anni vedo una speranza concreta ed un futuro promettente per la Chiesa e non solo….

 

Foto da RAI NEWS