Alternative alla guerre di oggi: dalla storia pagine luminose

 

 

La conferenza del Prof. Giulio Cipollone, OSST-Ordo Sanctissimae Trinitatis, professore emerito di Storia medioevale nella Pontificia Università Gregoriana, si è tenuta lunedì 17 aprile presso il salone della parrocchia di S. Lucia a Livorno. La conferenza, organizzata dal SERRA CLUB Livorno era una “esterna”, ovvero aperta a tutta la cittadinanza. Dopo una breve introduzione da parte del Presidente, il prof. Cipollone ha affrontato il tema in oggetto di cui si riporta la sua sintesi.

 

I peggiori nemici della verità sono i più feroci e intolleranti difensori della verità. Già Giovanni Paolo II, Santo, parlò di vittime della verità, registrate nel mondo di cultura cristiano-cattolica.  Ora la verità in greco è “aletheia” che significa   niente di nascosto, ciò che va ben oltre i dogmi; anche perché ogni religione ha i propri dogmi.

Da questa premessa, la nostra riflessione odierna non è per accarezzare le orecchie, ma piuttosto per smuovere il cuore. Abbiamo dei fatti registrati dalla storia, come innumerevoli guerre, persino quelle in nome di Dio; quante centinaia e centinaia di guerre e conflitti in nome delle religioni e delle confessioni religiose. Eppure, la storia registra felicemente le alternative di ieri alle guerre di ieri. Oggi, come ieri, abbiamo delle evidenze sotto i nostri occhi, ma anche alternative possibili che danno speranza.

È accertato che le guerre nascono da conflitti originati da tre “pre”: preconcetto, pregiudizio, pretesto. Chi vuole fare guerra si inventa un pretesto. Fra coniugi, sotto lo stesso tetto, senza andare lontano. Quello che si può dire sull’Ucraina serve anche per le guerre domestiche Anche in famiglia abbiamo confini, barriere e ferri spinati tanto invisibili quanto invalicabili.

Per i grandi conflitti e guerre fra nazioni possiamo fare poco; molto di più possiamo fare per le guerre domestiche.  In Italia, nel mondo ‘occidentale’, si registra una percentuale altissima di divorziati e separati. Ora, se dentro la propria casa si fa niente o quasi niente per la pacifica convivenza e per l’esemplarità educativa per i figli, diventa ipocrisia scandalizzarsi per le guerre lontane. È stato rammentato che abbiamo guerre nel mondo: Papa Francesco parla di guerre a macchia di leopardo. Nel 2021 erano 22 le guerre ad alta intensità; con quella dell’Ucraina sono 23. Le crisi mondiali attualmente in vigore, nel 2020 erano 359 e circa 90 conflitti.

I ‘muri’ nel 1989 erano 19, oggi sono circa 80, si arriva a 90. Circa 40 000 km di recinzioni come tutto l’Equatore: ferri spinati e muri nel mondo. Quelli visibili; quelli invisibili ve li lascio immaginare! Bisogna imbruttire l’altro, che diventa nemico, con l’obbligo di escluderlo e, se possibile, eliminarlo.

Le religioni di per sé implicano una frontiera perché sussistono per un dentro e fuori culturale. Tutto questo viene dalla percezione di un dentro e fuori, o dentro o fuori: tu non sei come me, quindi, o sei disposto ad essere domato e ‘addomesticato’, oppure devi rimanere al margine, escluso. Altro è la fede che implica l’accettazione del piano inclusivo di Dio per ogni nato di donna, nello spazio della medesima famiglia umana e della fraternità universale, come ci ha rammentato Papa Francesco nella lettera firmata con il Grande Imam di Al-Azhar nel 2019.

Possiamo avere religiosi criminali in ogni religione di questo mondo. Un conto è essere credenti e un conto è essere religiosi senza fede, come i farisei del tempo di Gesù, il Cristo. Le due realtà non coincidono automaticamente. Papa Francesco lo ha detto chiaramente parlando alla Curia Romana: “riformare la Curia Romana è come pulire la Sfinge con uno spazzolino da denti”; parole sue, citando il vescovo De Merode al tempo del Concilio Ecumenico Vaticano I.

Papa Francesco continua a chiedersi: dove stanno i cristiani? E da dove si riconoscono. Non basta essere cattolici solo perché iscritti nel registro dei battesimi, o avere una selva di immagini devozionali nel portafogli.

Fatti, non parole sterili; il resto è nulla e spesso fuorviante!

Per quanto riguarda il passato, è stato accennato al tempo di crociate e gihad, quando sono nati redentori Trinitari alla fine del XII secolo. Le guerre sono sempre antiumane, ma quando si invoca Dio per la guerra, diventano demoniache, blasfeme.

In quel frattempo, con decine e decine di migliaia di caduti in ‘guerre sante’, si registra un numero incalcolabile di uccisi: santi per gli uni e criminali per gi altri, e altrettanti prigionieri di guerra.

In quel frattempo, santi, mistici, poeti hanno preso un’altra strada. Ebbene, già Gregorio VII nel 1076 scrivendo a un principe musulmano: “Noi e voi anche se lodiamo Dio in altro modo, siamo obbligati dallo stesso Dio, a volerci bene tra di noi”, prima ancora della Prima Crociata. Ecco l’intuizione profetica! Per il resto, ci basti rammentare Francesco d’Assisi e Giovanni il provenzale, de Matha, fondatore dei Trinitari redentori di prigionieri di ‘guerre sante’: cristiani e musulmani. Il Fondatore si inventò il fatto di liberare i prigionieri vittime di guerra; non di armarsi e andare a fare guerra. Obiezione di coscienza radicale.

Per quanto riguarda il vostro carisma di Serrani, che si avvia ai cento anni dalla sua nascita in terra americana, c’è da richiamassi a una solare evidenza: gli alberi si riconoscono dai frutti; ciò che apre a bilanci e prospettive concrete. Ora se dalle famiglie ‘alias Club’ dei Serrani non è proprio comune che sorgano delle vocazioni, c’è da chiedersi perché; con umiltà, autocritica e impegno rinnovato.

Desidero terminare con un augurio pieno di realismo per dare ragione del vostro carisma e delle vostre speranze. Seguendo il pensiero di Papa Francesco, vi auguro fedeltà creativa: per non finire da un’altra parte o sopravvivere senza entusiasmo.”

La conferenza ha suscitato molto interesse tra i numerosi presenti e molti sono stati gli interventi di riflessione sul tema.

Al termine è stato fatto dono al relatore di una ceramica riportante l’effige della Madonna delle Grazie di Montenero, protettrice della città e della Toscana, nonché il gagliardetto del SERRA CLUB LIVORNO e ad alcune pubblicazioni inerenti il SERRA,.

Dopo la recita della preghiera del serrano, la serata si è conclusa nel grande salone parrocchiale con la tradizionale conviviale offerta dal Club a tutti i presenti.

 

Livorno, 25/05/2023