I dati sotto riportati, raccolti dalle varie diocesi di tutto il mondo, sono quelli ufficiali acquisiti dalla Segreteria di Stato della Città del Vaticano. Si tratta dei primi risultati, aggiornati al 2017, di un’indagine statistica ancora in fase di elaborazione. I risultati definitivi saranno divulgati nei prossimi mesi.
Durante l’incontro annuale con San Giovanni Paolo II in occasione della presentazione dell’Annuario Pontificio, nel mio incarico di responsabile dell’Ufficio Centrale di Statistica della Chiesa mi è stato concesso per un ventennio il privilegio di uno spazio di tempo per esporre al Papa le principali dinamiche numeriche intercorse nella Chiesa cattolica nel mondo nell’anno precedente.
Il Sommo Pontefice, quasi come un mantra, mi ripeteva ogni volta la stessa domanda: “Come vanno le vocazioni?”. Ben rammento quando nel 2001 gli potevo rispondere che, dopo un calo durato decenni, nell’Anno Santo del Duemila, quale felice coincidenza, i numeri attestavano una crescita nel mondo di oltre cinquecento nuovi sacerdoti tra diocesani e religiosi. Ho ben presenti gli occhi soddisfatti di colui che oggi veneriamo come Santo. Ebbi peraltro la gioia di attestargli che, ad una attenta analisi della crescita, avevano contribuito i suoi viaggi pastorali nel mondo: dove lui era passato restava il retaggio positivo di seminari che riprendevano a far funzionare gli ingranaggi formativi dei seminaristi.
La crescita è durata fino all’anno 2014, non nelle nazioni di antica evangelizzazione come l’Europa e l’America, ma laddove l’impegno di evangelizzazione dei missionari ha portato alla Chiesa nuova linfa vitale. Cito in primo luogo l’Asia dove, a fronte di miliardi di abitanti, i battezzati raggiungono la cifra di circa duecento milioni, ma con comunità con forte connotazione di fede, di iniziative pastorali e di crescita dei credenti. Oltre alle Filippine, nazione evangelizzata da secoli da missionari spagnoli e i cui abitanti sono in maggioranza cattolici, si affacciano comunità e chiese vive come in India, in Vietnam, in Corea del Sud, in Myanmar.
Curioso il caso dell’Africa, continente di relativa, recente evangelizzazione che ha visto le fatiche, il sudore ed ha anche chiesto la vita di coraggiosi missionari soprattutto europei. Assistiamo oggi ad una missionarietà di ritorno, quando è l’Africa a restituire alla vecchia Europa le forze fresche di sacerdoti autoctoni che sopperiscono alla scarsità del nostro clero.
Esaminiamo ora gli ultimi dati statistici disponibili, aridi in sé, ma con una capacità di offrirci immediata percezione delle realtà numeriche analizzate in rapporto alla situazione delle vocazioni negli ultimi anni.
Iniziamo con la constatazione che la popolazione mondiale dei battezzati nella Chiesa cattolica è cresciuta tra il 2010 e il 2017 circa del dieci per cento, passando da 1.196 milioni a 1313 milioni. Rispetto all’Africa, cresciuta del 26%e dell’Asia, 12%, la nostra Europa è crescita dell’0,3%. Ed è già un vero miracolo che non sia diminuita!
Ma passiamo subito al numero dei sacerdoti, con un cenno anche al numero dei vescovi nel mondo, aumentato, sempre dal 2020 al 2027, del 5,6%, passando da 5104 a 5389 unità.
I sacerdoti secolari e religiosi alla fine del 2017 attestano il numero di 414.582 unità. Solo rispetto all’anno 2016 vi è stato un calo di 387 presbiteri. E’ altrettanto significativo notare la variabilità tra sacerdoti diocesani e religiosi. Mentre il numero dei primi nel mondo è passato da 277.019 nel 2010 ai 281.810 nel 2017, quello dei religiosi appare in costante declino, passando ai 135.227 a 132.772. Anche la figura dei Religiosi professi non sacerdoti, i cosiddetti “fratelli”, un tempo numerosi nelle varie comunità con compiti operativi di gestione pratica delle case religiose, vanno gradatamente scomparendo: oggi nel mondo sono ridotti a circa 51 mila unità.
E veniamo al numero delle vocazioni sacerdotali. Dopo un periodo di costante e sostenuto aumento nel mondo, che ha avuto l’apice di maggior crescita nel 2011, successivamente ha preso l’avvio un a lenta, ma continua discesa che riporta il dato del 2017 ad un valore pari al 97% di quello del 2010. Quindi da 120.616 del 2011 siamo scesi a 115.328 nel 2017.
I numeri attestano tuttavia anche un dato di positività, quello relativo ai diaconi permanenti, sia diocesani che religiosi, il cui trend di crescita sopperisce ovunque al calo dei sacerdoti. Erano 39.564 nel 2010, 46.894 nel 2017. L’aumento significativo attesta una forte polarizzazione dal punto di vista territoriale, riguardando soprattutto l’ Europa e l’America.
In conclusione, il numero dei cattolici nel mondo, affidato alle cure pastorali dei nostri sacerdoti , è aumentato in maniera significativa. La crescita del Regno di Dio è lenta, ma costante, perché guidata dall’alto. A mio parere questo significa che l’onda lunga del Concilio Vaticano II porta i suoi frutti con una maggiore consapevolezza che la pastorale è compito non solo dei presbiteri e dei consacrati in genere, ma di tutti i battezzati. Leggiamo ancora i numeri. Se l’America mantiene una posizione di stabilità del numero dei battezzati, l’Africa e l’Asia ci battono alla grande, mentre la nostra Europa perde centralità quale modello di riferimento.
Nelle nostre parrocchie ormai il ruolo dei laici diventa comprimario con quello dei sacerdoti, pur nella distinzione dei carismi. Ma anche qui l’Africa e l’Asia ci battono, presentando numeri che attestano in tali continenti la crescita ed il generoso impegno di operatori pastorali preparati e motivati.
Per il nostro Serra Club resta la sfida di mantenere in positivo e di accrescere il numero dei laici che ne fanno parte, con la consapevolezza che la figura geometrica rappresentante la Chiesa, come era stata costruita dopo il Concilio di Trento, non è una piramide con al vertice il Papa, seguito da cardinali, vescovi e sacerdoti e alla base le donne che curano la pulizia delle chiese, bensì, come scriveva Padre Teilhard de Chardin, un cerchio con al centro Cristo e intorno tutti i battezzati, con il ruolo comprimario di testimoniare Cristo in un mondo secolarizzato e bisognoso di ricuperare le ragioni della speranza cristiana.
Mons. Vittorio Formenti
Cappellano del Serra Club di Roma
Nato a Castrezzato (Brescia) il 29 dicembre 1944, don Vittorio Formenti ha effettuato gli studi presso il Seminario Vescovile di Brescia. Ordinato sacerdote il 31 agosto 1968, ha conseguito la licenza in Sacra Teologia presso la Pontificia Università Lateranense nel febbraio 1977 e il dottorato “magna cum laude” nel febbraio 1984 con la tesi: “I lontani nel pensiero e nell’azione pastorale di G. B. Montini, Arcivescovo di Milano 1955-1963”.
Agli inizi della sua attività di Ministero pastorale, ha assolto l’incarico di Vicario Parrocchiale presso la Parrocchia di S. Gaudenzio a Brescia, è stato insegnante di religione, membro del Consiglio Presbiterale Diocesano, assistente di gruppi di volontariato vincenziano e Confessore ordinario presso il Seminario Diocesano di Brescia.
Nel 1980 è stato nominato Officiale della Segreteria di Stato nella Città del Vaticano, e dal 1996 fino al 2016 ha ricoperto l’incarico di Direttore dell’Ufficio Centrale di Statistica della Chiesa, alle dipendenze della Segreteria di Stato della S. Sede, che ha il compito di raccogliere, coordinare e pubblicare tutti i dati che riguardano la vita della Chiesa, con particolare riferimento alle Vocazioni nel mondo, e la redazione dell’Annuario Pontificio.
Autore di numerose pubblicazioni, quali “Dalla parte di San Pietro”, raccolta di articoli scritti per il periodico “Essere”, “Le stagioni del credere”, “Pallide lune silenti”, “Oratorio ieri”, ed altri, è stato insignito di numerose onorificenze, quali Cappellano di S. Santità, Prelato d’onore di S. Santità, Commendatore del Santo Sepolcro di Gerusalemme, Cappellano Magistrale del Sovrano Ordine di Malta, Commendatore al merito della Repubblica Italiana, ed altre.
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