Da ragazzi a ufficiali, la formazione dei giovani in Accademia Navale
Lunedì 17 marzo, nello splendido Salone delle Conferenze del Palazzo Allievi, l’Ammiraglio Lorenzano Di Renzo, Comandante l’Accademia Navale, ha relazionato sul tema: “Da ragazzi a ufficiali, la formazione dei giovani in Accademia Navale”, su invito del Serra Club labronico, presieduto dal Dr Emanuele Tattanelli. Erano presenti le autorità religiose, militari e civili della nostra città. In particolare Monsignor Simone Giusti, Vescovo di Livorno, il Prefetto Dr Giancarlo Dionisi, la Direttrice dell’Azienda Usl Toscana Nord Ovest Dr.ssa Maria Letizia Casani, il Comandante della Guardia di Finanza Colonnello Cesare Antuofermo. Il pubblico accorso numeroso ha ascoltato con molta attenzione il relatore che ha iniziato sottolineando il dovere di partecipare alla vita cittadina con iniziative di questo genere, sottolineando come l’Accademia Navale, pur essendo una istituzione laica, coltivi delle intense radici spirituali, importanti per mantenersi saldi nelle convinzioni etiche. Ha proseguito citando Napoleone quando scriveva che il destino dell’uomo è nella geografia, rimarcando che la collocazione geografica della nostra Italia è nel Mar Mediterraneo, per cui diviene fondamentale l’azione della Marina Militare. L’azione dell’Accademia Navale è quella di sviluppare gli allievi moralmente, mentalmente e fisicamente in modo da forgiare comandanti coraggiosi pronti a difendere gli interessi nazionali. Per la formazione risulta fondamentale la collaborazione con gli Atenei Universitari. Non trascurabile risulta il ruolo della famiglia nella quale l’individuo viene educato alla disciplina, alla gestione dei conflitti, alla responsabilità, sempre privilegiando il bene collettivo. Ha concluso dicendo che la più bella definizione di patria si trova della Preghiera del Marinaio nella quale si chiede al Signore di benedire le “nostre case lontane, le care genti”.
L’intervento conclusivo di Monsignor Giusti ha sottolineato l’importanza delle attività educative che si svolgono nelle scuole che devono evolversi e non confondere la tradizione con il tradizionalismo. Va mantenuta una dimensione narrativa che sappia raccontare una esperienza di vita e sappia perciò formare e non solo informare. Il rischio altrimenti è di forgiare una società individualistica, narcisistica nella quale manca una partecipazione corale che dà un senso compiuto alla vita.