Il Ruolo Fondamentale dei Laici nella Promozione delle Vocazioni
Il discorso del Presidente di Serra International Italia
In occasione del Convegno Nazionale Vocazionale che si sta svolgendo a Roma dal 3 al 5 gennaio 2025 presso il TH Carpegna Palace, è intervenuto Giuliano Faralli, Presidente Nazionale di Serra International Italia. Faralli nel suo discorso ringrazia don Michele e la sua equipe per l’organizzazione e saluta il suo ex vescovo Manetti.
Sottolinea l’importanza del titolo del convegno “credere, amare, sperare” e descrive la missione di Serra International, un’associazione cattolica che promuove la cultura cristiana e le vocazioni sacerdotali e consacrate.
Faralli evidenzia il ruolo fondamentale dei laici nella Chiesa e l’importanza di essere amici e sostenitori dei seminaristi e dei preti. Conclude con un messaggio di incoraggiamento ai seminaristi e ai novizi, esortandoli a seguire la loro vocazione con coraggio e fede.
Qui il testo integrale del discorso
Carissime Amiche ed Amici.
Signor Direttore Gianola.
Carissimo don Michele, grazie per l’invito, grazie del tuo personale prezioso servizio e della tua Equipe.
Complimenti per il bellissimo, altamente significativo titolo attribuito a questo convegno: credere, amare, sperare. Dentro queste tre parole c’è un mondo da esplorare.
Permettetemi un caro saluto al mio ex vescovo Manetti, ma caro vero amico e saggia guida pastorale, per me, per noi Serrani e per i seminaristi.
Nella mia qualità di Presidente Nazionale di Serra International Italia, porto volentieri il saluto del Consiglio Nazionale e di tutti i Serrani.
Serra International è un’associazione cattolica che, con la tipica struttura del “club service”, si propone la diffusione della cultura cristiana e si impegna a promuovere nella società civile una cultura favorevole alle vocazioni fondamentali della vita, in particolare a quelle al sacerdozio e alla vita consacrata. I suoi membri, laici, si impegnano a raggiungere questo scopo attraverso una coerente testimonianza di fede e di servizio nella quotidianità della loro vita e del loro lavoro.
Custodire, stimare e amare la vocazione sacerdotale, per noi Serrani, ha un senso profondo: si tratta di una sensibilità che dovrebbe essere propria di ogni credente e di tutte le famiglie cristiane.
Ecco che emerge l’importanza del laico nella Chiesa; permettetemi un semplice riflessione, sperimentata:
Un Serrano è un ‘amico speciale’ che il Signore ha messo accanto ad alcuni seminaristi e ad alcuni preti, ha detto il Papa, sottolineando che “si è amici solo se l’incontro non rimane esterno o formale ma diventa condivisione del destino dell’altro, compassione e coinvolgimento che conduce fino a donarsi per l’altro” affiancando con discrezione e tenerezza al cammino di ognuno.
Questo è semplicemente amore, amore alla persona, anche perché il corpo non è una prigione, non è un contenitore dell’anima, è invece una dimensione della persona che orienta al compimento della vocazione della persona.
Ogni ragazzo, ogni ragazza non è un insieme di pezzi aggregati provvisoriamente, come alcuni possono pensare e vorrebbero insegnare. In certi momenti della vita, i ragazzi e le ragazze possono essere tentati di essere in crisi perché c’è qualche pezzo di sé che non piace, che si tratti della statura, del peso, del sesso, dei meccanismi psicologici. Ciascuno è, invece, una persona che vive per una vocazione alla felicità, in tutte le sue dimensioni, spirituali, psicologiche, intellettuali,
affettive, fisiche.
Nella ricerca tipica della fede deve emergere la carità intellettuale, diversa dalla retorica dei buoni sentimenti. Questa virtù non molto praticata porge rispettosamente il calice del vero come nutrimento della persona. Nella vita ecclesiale i santi dell’intelligenza sembrano meno onorati dei santi sociali della carità che operano a un livello di maggiore visibilità e concretezza, ma amore agapico e verità non possono
che procedere a braccetto: operare la verità nell’agape, e vivere l’agape alla luce del
vero.
Chi lo promuove opera un cambiamento essenziale del vivere e vale come un testimone indispensabile. Anche per questo noi laici desideriamo fermamente mantenere una presenza nelle istituzioni Diocesane, è indispensabile, per mantenerci in rapporto con il Vescovo, con il Seminario e con il Clero locale e conservare
gelosamente il nostro carattere laico.
Ai responsabili dell’UNPV, ai vescovi, al clero, ai rettori, dico grazie per la vostra testimonianza, grazie per il vostro servizio; grazie per tanto bene nascosto che
fate, grazie per il perdono e la consolazione che regalate in nome di Dio… grazie per il vostro ministero, che spesso si svolge tra tante fatiche, incomprensioni e pochi
riconoscimenti. Anche a voi seminaristi novizi e novizie, a ciascuno personalmente dico grazie, grazie dell’importante scelta di vita che stai facendo e ricordati queste tre elementari nozioni che ho a lungo meditato:
• Principi si nasce, santi si diventa;
• I tuoi limiti possono far paura a te, non a Dio;
• Puoi razzolare sull’aia come una gallina, se preferisci, ma dipende da te spiccare il volo per andare in alto.
Il Signore continua a bussare alla porta del tuo cuore e aspetta pazientemente
che tu gli apra, anzi che gli spalanchi la porta!
Buon cammino.
Giuliano Faralli
Hanno partecipato al Convegno: Giuliano Faralli (Club Montepulciano), Samuele Labita (Club Palermo), Maria Giampalmo e Giancarlo Flaminio con Suschill (Club Foggia), Maria Luisa Coppola, Rosanna Martino, Anna Schiavone e Maria Consiglia Cesaro (Club Aversa), Piergiorgio Aquilino (Club di Lucera-Troia), Gianni Sapia e Roberto Razzano ( Club di Roma), Grazia Buggiani (Club di San Miniato), Paolo Minuto e Areekul Sarinya Withaya (Club di Chiavari), Daniela Musumeci e Alessandro Bassi (Club di Livorno), Riccardo Ansaloni (club di Torino), Ornella Antoniolli (club di Ferrara), Teresa Gentile, Paola Giamberardino, Rita Leonardo, Marilena Cammà e Annamaria Corona(Club L’Aquila), Nico Dente (Club Napoli).