Distretto 77. Gli auguri del Governatore

Cari amici Serrani,

Ci sentiamo tutti figli di una civiltà che trae la sua storia, la sua cultura ed i suoi punti basilari, dal Cristianesimo, e volenti o nolenti, dobbiamo tenere conto di come Esso durante l’anno, ci pone di fronte a ricorrenze delle quali e sulle quali non possiamo fare a meno di fermarci un attimo e rassegnare a noi stessi una pur minima riflessione.

Tra queste, senza dubbio, la principale, la più innovativa, la più fondante è la “PASQUA”

La celebrazione della Pasqua coincide quasi con l’inizio della primavera, con il risveglio cioè della natura che si presenta con la esplosione di fiori e di colori, il cielo si riempie di voli di uccelli, si sente nell’aria una grande e gioiosa voglia di vivere lasciando alle spalle il ricordo di un periodo freddo, di un cielo buio e minaccioso, uggioso e/o piovoso, e quindi tutta l’attività della natura animale e vegetale appare come un passaggio dalla morte alla vita, dalla tenebre alla luce, dal dolore alla gioia.

La PASQUA è la festa cristiana che commemora la resurrezione di Gesù dai morti, che ci ricorda che Gesù ha vinto la morte.

Etimologicamente la parola Pasqua significa “passaggio”, e deriva dal greco: pascha, che, a sua volta, deriva dall’aramaico pasah che propriamente significa “passare oltre”.

Gesù risorgendo ha portato a termine lo scopo della sua venuta sulla terra che ha avuto inizio con la sua incarnazione e si è conclusa con la sua morte in croce.

Con la morte il processo terreno della venuta di Cristo si chiude, finisce e dopo l’evento morte c’è il nulla, il buio, c’è un mondo senza luce, c’è il non essere. Ma proprio dalla constatazione della fine, della non esistenza, Gesù ha voluto mostrarci una nuova verità, darci la constatazione che non è così, perchè la sua venuta sulla terra aveva lo scopo della redenzione dell’uomo, e con la sua morte l’inizio per l’uomo di una nuova vita. La morte è il momento del passaggio, la consapevolezza di andare oltre la vita, di prendere coscienza che oltre il buio c’è la Luce e con la Luce c’è la vita, la vita vissuta da fratelli in Gesù e con Gesù da figli di Dio Padre.

Pertanto la Pasqua diventa il punto di transito verso la vita, una vita non limitata ad una frazione del tempo ma una vita rapportata alla eternità di Dio padre. La morte non è la fine della corsa, perchè con Gesù la fine, la morte è diventata il punto di partenza per la vera vita. E Gesù ci ha ripetutamente spronato a seguirlo nella via che porta al Padre, una via che non si ferma neppure all’ostacolo apparentemente insormontabile della morte, andando anche oltre di essa, anzi questa è l’inizio della vera nuova vita. Gesù risorge, esce dalla tomba, ma non torna alla vita biologica, ne è uscito per andare verso il Padre, verso la Vita. Se la Pasqua ci dovesse ricordare solamente il fatto storico della crocifissione e la morte di Gesù, sarebbe una informazione storica come tante altre. Ma la Pasqua ci dà la notizia molto più strabiliante, ci dice che Gesù, lasciato tutto ciò che sa di terreno, anche il lenzuolo che avvolgeva il suo cadavere, è risorto.

Mi piace immaginare ed immedesimarmi in quelle donne che con Giovanni e Pietro, mentre è ancora buio, si precipitano verso il sepolcro per essere avvolti dalla Luce che dallo stesso si espande e lasciarsi dietro il buio del peccato, del dubbio, della disperazione, di una scelta sbagliata, di una violenza subita, delle innumerevoli ferite inflitte e ricevute dalla propria esistenza. Ed abbandonarsi in questo mare di Luce, naufragare in essa nella certezza della concessa misericordia di Dio che ci coinvolge, tramite Gesù suo figlio e nostro fratello, nella gioia di sentirci suoi figli, parte integrante e totale della Gerusalemme Celeste.

E’ questa la Pasqua che auguro a me stesso ed a ciascuno di Voi, che la Pasqua sia la vittoria dell’amore sul male, della vita sulla morte, la gioia della fede che si fonda sulla morte e risurrezione di Cristo e con la quale si può attraversare la notte, superare il buio e vincere la morte.

Celebrare la Pasqua significa abbandonare in modo assoluto tutto ciò che oscura od ostacola la nostra fede in pensieri, ossessioni e cattive abitudini; celebrare la Pasqua significa abbandonare gli abiti della morte, le abitudini negative, le occasioni he cin portano al peccato, le relazioni che naufragano nel sepolcro; celebrare la Pasqua significa, proseguendo quanto abbiamo sperimentato partecipando al festival dello Spirito, “frequentare” la Parola di Dio che diventa luce nel nostro cammino diversamente al buio, che ci fortifica e dà coraggio con la consapevolezza che non si è soli nel buio e nella lotta contro il male; celebrare la Pasqua significa che Gesù con noi in ogni momento della nostra esistenza che si trasmette l’amore del Padre , del “Nostro Padre”. L’amore non ha bisogno di prove o di risultati, se c’è l’amore si ama e basta.

Gridiamo ad ogni angolo Cristo è risorto! ma ricordiamo però che Noi annunciamo la risurrezione di Cristo quando la sua luce rischiara i momenti bui della nostra esistenza e possiamo condividerla con gli altri; quando sappiamo sorridere con chi sorride e piangere con chi piange; quando camminiamo accanto a chi è triste e rischia di perdere la speranza; quando raccontiamo la nostra esperienza di fede a chi è alla ricerca di senso e di felicità Cristo è risorto! E noi abbiamo la possibilità di aprirci e ricevere il suo dono di speranza. Apriamoci alla speranza e mettiamoci in cammino; la memoria delle sue opere e delle sue parole sia luce sfolgorante, che orienta i nostri passi nella fiducia, verso quella Pasqua che non avrà fine.

Riconosciamo che Dio non è qualcosa di vago, il nostro Dio non è un Dio “spray”, è concreto, non è un astratto, ma ha un nome: “Dio è amore”.

Ecco che cos’è la Pasqua: è l’esodo, il passaggio dell’uomo dalla schiavitù del peccato, del male alla libertà dell’amore, del bene. Perché Dio è vita, solo vita, e la sua gloria siamo noi: l’uomo vivente.

Guardiamo la vita! La pietra è rotolata ed apre l’accesso del sepolcro, il mistero della vita ha trovato la sua breccia. Usciamo dalla nostra tomba e guardiamo la vita. Guardiamo la vita negli occhi di un bambino, nell’impazienza di una adolescente, nello slancio di un giovane, nel coraggio di un adulto, nella fedele serenità di un anziano, nel dono che fanno tanti fratelli al servizio di coloro che sono feriti dall’esistenza, dei sofferenti, dei poveri. Guardiamo, incontreremo continuamente degli angeli sulle nostre strade e forse anche noi saremo a nostra volta, per qualcuno, degli angeli. Ascoltiamo l’Angelo che dal sepolcro rassicura: non abbiate paura, vi annuncio la vita.

Noi annunciamo la risurrezione di Cristo quando la sua luce rischiara i momenti bui della nostra esistenza e possiamo condividerla con gli altri; quando sappiamo sorridere con chi sorride e piangere con chi piange; quando camminiamo accanto a chi è triste e rischia di perdere la speranza; quando raccontiamo la nostra esperienza di fede a chi è alla ricerca di senso e di felicità.

Ricordiamo che Il futuro lo fa ciascuno di noi, con le proprie mani, con il proprio cuore, con il proprio amore, con le proprie passioni, con i propri sogni, con gli altri.

Portiamo nella nostra casa e a quanti incontriamo il gioioso annuncio che è risorto il Signore della vita, recando con sé amore, giustizia, rispetto e perdono!

Sforziamoci di vivere intensamente la nostra giornata! Siamo saldi nella propria fede e generosi nella carità verso le persone che incontriamo, siamo certi che non siamo soli, fidiamoci ed affidiamoci alla Divina Provvidenza!

Solo così, possiamo combattere quel grande cancro della rassegnazione che tante volte ci distrugge portandoci a pensare che: “oramai…”

Chiudo questi auguri con l’accorata esortazione di Papa Francesco : “Lasciamo che la nostra esistenza sia conquistata e trasformata dalla Risurrezione! Apriamoci alla speranza, all’amore ed alla rinascita”.

Il Signore nella sua misericordia ci conceda sempre, il momento per potere ricominciare a vivere nella sua Luce una vita nuova!

Buona Pasqua 2024.

Gaetano