L’ omelia del cardinale Stella al Festival dello Spirito. Video integrale

, ,
 Condividiamo il video di Tsd Tv con la diretta integrale dell’omelia del cardinale Stella (Prefetto Emerito della Congregazione per il Clero e consulente episcopale del Serra Club Italia), dopo la preghiera musicale in Cattedrale guidata da monsignor Marco Frisina.

 

IV domenica di Quaresima, anno B
Arezzo – Festival dello Spirito
SERRA CLUB

Carissimo Monsignor Andrea, Vescovo diocesano, carissimo Mons. Riccardo
Fontana, Arcivescovo – Vescovo emerito, carissimi Amici Serrani, carissimi fratelli e
sorelle,

sono lieto di poter partecipare alla Celebrazione Eucaristica di questo fine
settimana, IV Domenica di Quaresima, celebrazione che scandisce un tornante,
solenne e luminoso, della Prima Edizione del Festival dello Spirito, iniziativa
cittadina e diocesana, nella quale sono passate in rassegna varie esperienze
spirituali: dal canto alla musica, dal teatro al cinema, dagli affreschi ai dibattiti, dalle
comunicazioni alla preghiera e alla Divina Liturgia. E spero di non aver dimenticato
niente e nessuno…

Questo evento vede lavorare uniti la Diocesi di Arezzo-Cortona, i Serra Club di
Arezzo e d’Italia, e tante istituzioni, soprattutto giovanili, che hanno accettato di
misurarsi su questo fecondo terreno: esprimo sentimenti di viva gratitudine per
l’iniziativa e per questa collaborazione solidaria.

Di fronte a questa proposta, creativa e lungimirante, distribuita su varie settimane,
mi inserisco in punta di piedi, per offrire il mio umile contributo alla lettura di questa
esperienza di umanità, nobile e bella, alla luce della Parola di Dio di questa IV
domenica di Quaresima, detta Laetare – che significa “Gioisci! – per caratterizzare il
suo timbro festoso, nel cuore del cammino penitenziale della Quaresima, tutto
improntato all’invito, martellante ed esigente, alla conversione.

La gioia del Signore Gesù, che nella Liturgia domenicale di oggi la Chiesa ci predica ,
non è la gioia di questo mondo, spesso effimera e superficiale, ma quella gioia che
solo Gesù nostro Signore sa donare ai suoi amici: “Vi do la mia gioia, perché la vostra
gioia sia piena” (Gv 15,11). Una gioia che non si limita al sentimento e alle emozioni,
ma è fonte di salvezza eterna ed anche orizzonte di vita e di speranza nel presente,
come ci ricorda il Vangelo di oggi: “Come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così
bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo… Dio infatti ha tanto amato il mondo da
dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in Lui… abbia la vita eterna”.

Ecco la radice della nostra gioia! Dio Padre ci ha davvero amati, talmente tanto da
averci inviato il suo Figlio Gesù, il quale ha dato la vita per noi, pur di renderci
partecipi della sua gioia e di un progetto di vita che la fede ci assicura proiettarsi
sull’eternità! Il Signore Gesù, fratelli e sorelle, è la nostra vera ed autentica gioia, la
nostra consolazione e la nostra piccola torcia luminosa, che come fiaccola interiore
illumina il passo e ci guida lungo il cammino, erto e sassoso, della vita.
Vedete, attraverso le varie tappe del cammino quaresimale già percorso, ci è stato
ricordato che noi siamo creature fragili, fatte di polvere della terra, ma pur sempre
amate da Dio e visitate dal suo Santo Spirito (fu l’esperienza del Mercoledì delle
Ceneri). Creature, anche, chiamate ogni giorno a lottare contro il Maligno, perché le
tentazioni spesso ci fanno inciampare e deviare dalla retta vita ( fu la sosta spirituale
della Prima Domenica di Quaresima). Ma questo … non deve demotivarci e
scoraggiarci, perché al termine del cammino ci attende una vita bella, trasfigurata
(fu la seconda domenica di Quaresima, con la Trasfigurazione di Gesù sul Monte
Tabor ).

Tenendo fisso lo sguardo al Cielo, quindi, saremo resi capaci di proseguire il
cammino, accettando di lasciarci rinnovare dall’amore misericordioso del Signore,
sempre pronto a “purificare i nostri cuori e i nostri pensieri”, a rovesciare i banchi, o
le “bancarelle” dei nostri interessi, marcati da egoismo e da sete di potere e di beni
terreni, affinché il tempio, o santuario, del nostro cuore sia il più possibile pulito,
autentico e fraterno (nella III domenica di Quaresima abbiamo ricordato la cacciata
dei mercanti dal Tempio).
Il cammino spirituale fin qui compiuto, ha richiesto da noi impegno e sudore, per
sintonizzarci il più possibile con il Signore Gesù. Oggi la liturgia ci fa sostare in una
esperienza di letizia e di consolazione, nella quale possiamo riprendere fiato e
rallegrarci, perché la fatica più grande non spetta a noi, ma l’ha affrontata il Signore
Gesù, nella sua Pasqua di morte e di Risurrezione.
A volte abbiamo la sensazione che tutto sia caricato sulle nostre spalle, e questo
rischia di schiacciarci, noi fragili, piccoli, soli e poveri come siamo, per affrontare la
sfida della vita, nel suo mistero e nelle sue vicende spesso drammatiche e dolorose.
Ma guardando il Santo Volto di Gesù nella sua Passione sentiamo che Lui ci ha
preceduto sulla strada e che possiamo contare sulla sua compagnia e conforto
spirituale.

E’ il Signore Gesù che sta al principio e nel cuore della nostra vita, Lui è causa e
sostegno della nostra gioia, e da questa esperienza nessuno viene escluso, e di tutti
il Signore si serve pur di arrivare al suo scopo, come ci ricordava il testo presentato
nella Prima Lettura: Dio salva e libera il popolo dall’esilio di Babilonia grazie al re
Ciro, un persiano, quindi un pagano. Non un ebreo, ma uno straniero. Grazie a lui il
popolo eletto potrà fare ritorno in Gerusalemme. Nessuno dunque si deve sentire
escluso, per sempre e definitivamente, dall’amore di Dio e dal suo disegno di
Provvidenza. Ancora una volta ci rasserena la speranza gioiosa e l’incoraggiamento
della Parola di Dio di questa domenica e l’ascolto, devoto e docile, della Scrittura, di
cui abbiamo fatto generosa ed appagante esperienza in queste settimane trascorse.

Cari amici, il re Ciro è ricordato come un grande condottiero militare, ma aveva
anche un’altra caratteristica, quella di essere un amante dell’arte e della cultura, e
per questo permise a ciascuno di esprimersi come meglio riteneva, perché aveva
rispetto dei costumi, delle tradizioni e delle religioni dei popoli da lui conquistati.

Il Festival che si sta svolgendo in questi giorni qui ad Arezzo mira a valorizzare le
singole Arti che riflettono e trasmettono la dimensione spirituale dell’uomo.
Potremmo dire che Ciro non era certo animato da quella che oggi prende il nome di
“cancel culture”, che tende ad annullare la storia passata e appiattirla alle mode
ideologiche, passeggere del momento e dell’ora presente.
Due anni fa, rivolgendosi al Corpo Diplomatico, così disse papa Francesco: “…Ci
sono Agende sempre più dettate da un pensiero che rinnega i fondamenti naturali
dell’umanità e le radici culturali che costituiscono l’identità di molti popoli… Ritengo,
ammoniva il Papa, si tratti di una forma di colonizzazione ideologica, che non lascia
spazio alla libertà di espressione e che oggi assume sempre più la forma di quella
“cancel culture”, che invade tanti ambiti e istituzioni pubbliche. In nome della
protezione delle diversità, si finisce per cancellare il senso di ogni identità, con il rischio
di far tacere le posizioni che difendono un’idea rispettosa ed equilibrata delle varie
sensibilità. Si va elaborando un pensiero unico costretto a rinnegare la storia o peggio
ancora, a riscriverla…” (Papa Francesco, Discorso al Corpo Diplomatico, 10 gennaio
2022).

Il Festival di questi giorni è invece l’espressione degli ideali di umana bellezza
esistente in tante forme espressive del genio dell’uomo. Come diceva lo scrittore
russo Fedor Dostojevskij, sarà “La bellezza a salvare il mondo”. Lo ha salvato per
sempre, alla radice, la Bellezza, dolorosa e gloriosa, che è Cristo Gesù , con la sua
morte e risurrezione. Nell’Oggi della Liturgia che celebriamo questa sera, qui
accanto alla Madonna del Conforto, tanto cara a questa Comunità diocesana, ogni
sprazzo o frammento di bellezza, come quelli che abbiamo percorso ed assaporato
nei giorni scorsi, partecipa e contribuisce a rendere viva, fulgida e a noi
amabilissima la bellezza del Volto di Cristo.

A voi, amici, cultori e custodi della
bellezza spirituale e del patrimonio di questa Città, un grazie dal cuore!
E rivolto a Cristo Gesù, il più bello tra i figli dell’uomo, così vorrei pregare:
Signore Gesù, causa e origine della nostra gioia,
noi ti lodiamo per averci sottratto dalla spirale del male
facendoci eredi nella speranza della Vita che non tramonta.
Signore Gesù, ispiratore di ogni bellezza che non avvizzisce,
noi ti lodiamo per averci reso partecipi nel cammino della umana esistenza
del tuo disegno di salvezza,
permettendoci di collaborarvi
come artigiani e cultori di bellezza.
Signore Gesù, maestro e guida della nostra vita,
noi ti lodiamo per questo itinerario penitenziale della Quaresima,
che ci accompagna nella letizia alla Notte gioiosa e luminosa della Pasqua.
Signore Gesù, Tu, Bellezza eterna che salva il mondo,
accogli anche la mia povera e umile storia personale di umanità
e guidami, senza che mi smarrisca nell’oscurità delle tenebre,
fino alla contemplazione del tuo Volto,
nell’eternità beata. Amen!

+ Beniamino Card. Stella