Interessante incontro promosso dal Serra Club reggino al Seminario Pio XI

Interessante incontro promosso dal Serra Club reggino al Seminario Pio XI

La cristianizzazione del Bruttium e la diocesi di Reggio nella Tarda Antichità

da Sx Rosario Idotta, Domenico Benoci, S.E. Mons. Fortunato Morrone, Peppe Livoti, Oreste Arconte

“Sappiamo che nel territorio reggino abbiamo delle eccellenze, ma avere un giovane, riferendosi al prof. Domenico Benoci, che si occupa di archeologia cristiana mi sembra che non sia cosa da poco”. Così esordisce Mons. Fortunato  Morrone, arcivescovo di Reggio Bova nell’aprire il convegno su invito per un saluto dal conduttore, prof. Peppe Livoti, giornalista e critico d’arte. E continua: “Conoscere le nostre radici non significa avere il collo storto al passato ma sapere questo presente. Il presente non nasce dal nulla, ma da una storia che abbiamo alle spalle, conclude mons. Morrone. Seguono i saluti del presidente del Serra Club di Reggio Calabria Oreste Arconte che ringrazia S.E. l’arcivescovo, Morrone per la presenza e spiega le motivazioni del convegno, inserito nel programma degli Incontri di Formazione mensili. Un incontro aperto a tutti sia per conoscere il sorgere antico della cristianità nella nostra diocesi, ma anche per aprire e far conoscere ai reggini il nostro antico Seminario Arcivescovile Pio XI, fondato da mons. Gaspero del Fosso nel 1565, il seminario più antico della Calabria che ha bisogno di essere sostenuto da tutta la popolazione. Il Serra Club, ricorda il presidente, ha promosso una lotteria a premi il cui ricavato sarà devoluto interamente al Seminario reggino per la ristrutturazione dei locali da adibire all’Ascolto e alla Riconciliazione, aperti ai fedeli e non che hanno necessità di confessarsi o anche il conforto di una parola amica. Il dott. Rosario Idotta, vice presidente Programma ha ricordato una frase di S. Giovanni Paolo II, pronunciata a Reggio nel 1988 in occasione del Congresso Eucaristico: “Il soggiorno dell’apostolo Paolo a Reggio fu breve. Ma questo soggiorno significò  l’inizio del Vangelo sulla terra italica e Reggio fu  la prima comunità cristiana in questa terra”. La Parola al relatore, il reggino prof. Domenico Benoci, docente in Archeologia Cristiana presso il Pontificio Istituto di Archeologia Cristiana e Professore di Archeologia Cristiana presso l’Università Pontificia Regina Apostolorum. Benoci, giovane professore reggino ha sviluppato il complesso tema La cristianizzazione del Bruttium e la diocesi di Reggio nella Tarda Antichità. La relazione nella sua forma integrale sarà pubblicata e messa a disposizione dal Club Serra di Reggio Calabria. Secondo il prof. Domenico Benoci, la cristianizzazione del Bruttium e della Diocesi di Reggio è uno degli argomenti più interessanti ma anche più storiograficamente complessi dell’antichità cristiana. Non è semplice se si eccettua la notizia del viaggio Paolino, che tocca le sponde bruzie a Reggio nel suo viaggio verso Roma nel 61 d. C. (Atti 28, 11-14). Le attestazioni di un cristianesimo strutturato per la terra Bruttiorum risalgono alla prima metà del IV secolo e non è un caso se gli eruditi di XVI secolo arrivano a definire i calabresi come i primi ad abbracciare la fede cristiana.  Secondo le fonti agiografiche ricchissimi ma tarde e fantasiose mira a conferire un’aura di antichità e apostolicità a molte delle chiese calabresi. Tra questi, ricordiamo la tradizione secondo cui l’evangelista Marco avrebbe cristianizzato le vallate del Crati, e da questi avrebbe preso il nome il sito di S. Marco Argentano. E ancora, l’apostolo Pietro, naufrago a Taranto, avrebbe raggiunto il discepolo Marco nella Sibaritide dove cominciò l’opera evangelizzatrice. Insomma, conclude il relatore, dalle fonti archeologiche attendibili al IV secolo risalgono i primi riscontri epigrafici provenienti da Taurianum, Locri, Regium, Copia-Thurii, Blanda Iulia. Nonostante ciò, la strutturazione di una rete diocesana organica in questo periodo è nota epigraficamente solamente a Blanda Iulia e a Turianum. Sono del V secolo le testimonianze riferibili a Vibona e Scolacium, mentre sono ascrivibili al VI quelle di Tempsa, Nicotera, Myria, Regium, Locri, Croton, Copia-Thurii, Cosentia e al VII quelle di Cerillae e Trapeia. Andando a scorrere i siti più significativi in una forbice cronologica, che ormai è chiaro che debba essere compresa necessariamente a partire dal IV secolo fino al VII. L’incontro come di dovere è stato chiuso da don Nino Pangallo, il Rettore del Seminario Pio XI, che ha ringraziato il Serra Club per la sua vicinanza al Seminario, i convenuti e soprattutto il prof. Domenico Bonaci per la ricchezza di notizie interessanti riportati nella sua relazione. 

Reggio Cal. 05.03.2024 

Con Preghiera di pubblicazione 

Oreste Arconte – Presidente Serra Club 1060 Reggio Calabria.