Club di Livorno. Conferenza su Ludwig Guttman, il neurologo che inventò le paralimpiadi

Il 6 febbraio scorso il Gen. Roberto Riccardi, Comandante della Legione Carabinieri Trentino-Alto Adige, nella gremita nella sala Consiliare “C.A. Ciampi” della Provincia di Livorno, che ha patrocinato l’evento, ha tenuto la conferenza avente come tema il suo libro “Ludwig Guttmann, il neurologo che inventò le paralimpiadi”. È stata la terza volta che il Gen. Riccardi è stato conferenziere del Serra livornese, all’epoca Comandante Provinciale Carabinieri di Livorno, a dimostrazione della sua stima verso il Serra e, questa volta, l’evento è stato arricchito dalla partecipazione del Presidente di Serra Italia Giuliano Faralli.

 

Dopo l’introduzione del Presidente del Club di Livorno, dott. Emanuele Tattanelli, Faralli ha portato i suoi saluti, oltre che al Club ed al relatore, al Governatore del Distretto 71 Lgt Michele Contino ed alle massime autorità civili, militari e sanitarie presenti nella sala. La Presidente della Provincia di Livorno, Dr.ssa Sandra Scarpellini, ha rivolto al Serra un sentito ringraziamento per aver scelto la sala della Provincia per questo importante evento; ad essa si è unita l’Assessora del Comune di Livorno Dr.ssa Viola Ferroni. Il Ministro della Difesa, On. Guido Crosetto, ha inviato al Presidente Tattanelli un Messaggio di ringraziamento per l’impegno umanitario testimoniato dal Serra nell’affrontare il tema della conferenza.

Il tema è stato il coraggio e l’intuizione del Dr. Guttmann, neurologo (1899-1980) che, sfuggito alla tragedia della shoah essendo riuscito a riparare in Inghilterra con moglie e figli, nell’immediato dopoguerra si rese conto che quegli “scarti umani” rappresentati dai soldati inglesi, prevalentemente piloti della RAF, medullolesi erano ingiustamente “lasciati morire” tra atroci sofferenze e abbandono morale per l’incapacità di curarli; per questo nel 1944 il governo britannico gli chiese di guidare il “Centro Nazionale di ricerca sulle lesioni del midollo spinale”, situato presso l’ospedale di Stoke Mandeville nel Berkshire, vicino a Londra. Ebbene, Guttmann, attirandosi critiche dal mondo medico ed accademico di allora, ribaltò totalmente l’approccio medico ed umano verso questi invalidi e, nell’ospedale di Stoke Mandeville, cominciò a valorizzarne le residue capacità fisiche con innovativi metodi di cura e recuperando la loro volontà di vivere stimolandoli ad affrontare attività sportive: la prima fu l’“invenzione” di quella che lui chiamò “palla medica”: una semplice palla che i pazienti dovevano lanciarsi a vicenda re-imparando l’uso ed il controllo delle braccia; da qui passò a dotare i giovani di poltroncine a rotelle e ideando nuove competizioni tra cui una gara di polo tra la sua squadra di medullolesi e quella di medici e fisioterapisti. Nella meraviglia di tutti (ma non di Guttmann) la squadra vincente fu quella dei suoi pazienti, tanto erano motivati dalla loro volontà agonistica! Promuovendo lo sport come metodo principale di terapia riuscì così a plasmare nei suoi pazienti un fisico forte ed il rispetto di sé stessi.

Da questo nacque nel 1948 la prima edizione dei “Giochi di Stoke Mandeville” cui parteciparono 14 atleti maschi e due femmine e, visto il successo, coinvolse neurologi e medici di varie parti del mondo e lanciò nel 1948 i “Giochi di Stoke Mandeville”. Fondamentale fu poi l’incontro del medico barese dell’INAIL Antonio Maglio che faceva parte del Comitato organizzatore delle Olimpiadi di Roma del 1960: Guttmann e Maglio danno così il via a quei Giochi poi chiamati Paralimpiadi di Roma, cui parteciparono 400 atleti di 23 nazioni.

Guttmann, un “rifiuto” destinato all’annientamento perché ebreo unitamente ai disabili, realizzò il obiettivo di trasformare i mielolesi privi di speranza e parcheggiati nell’anticamera della morte o indirizzate alla “eutanasia” in persone la cui vita era pienamente degna di essere vissuta: un messaggio innovativo allora e oggi ancor più attuale per la spinta eutanasica che torna ad essere riproposta da alcuni.

I numerosi interventi -di medici, insegnanti, politici, amministratori, serrani- hanno sottolineato l’importanza dell’argomento e, in particolare, quelli di due atleti paralimpici livornesi: Matteo Panariello e Giulia Aringhieri. Il Serra Club Livorno ha quindi donato al Gen. Riccardi ed al Presidente Faralli un ricordo del Club.

La serata è conclusa con la consueta cena al Ristorante La Barcarola con soci ed ospiti ove il Presidente Nazionale Faralli ha espresso il suo compiacimento per la perfetta organizzazione dell’evento; il Cappellano Padre Gabriele Bezzi ha quindi concluso con la recita della Preghiera del Serrano.

 

Elisa Alamanni Tattanelli e Alessandro Bassi Luciani