Riflessione sul libro dei Maccabei al Serra di Taranto
di Enzo Suma
In linea con le indicazioni del progetto “Festival dello Spirito” indetto dal Club di Arezzo e in comunione con tutti i serrani d’Italia, anche Taranto ha riletto il 1° libro dei Maccabei . Il nostro socio Enzo Suma ci ha guidato con una breve riflessione sui passi dell’Antico Testamento.
L’Antico Testamento, come parte della Sacra Scrittura, è il Messaggio che crea l’attesa e il desiderio della pienezza dei tempi per il rapporto con Cristo. Attesa e desiderio sono elementi costitutivi della Fede con la quale l’uomo si concretizza nel suo destino di membro della società umana e di parte del Regno di Dio, destino determinato dal Battesimo. I due aspetti di tale destino sono indivisibili e da ciò nasce la necessità dell’apostolato dei laici, al fianco dei Sacerdoti.
L’Antico Testamento, è stato scritto da vari autori, nella totalità sconosciuti, in molti secoli. La mano che ha scritto è umana, ma l’Ispirazione è da Dio come si intuisce dalla Legge superiore che tutto lo anima.
L’unità tra Antico e Nuovo Testamento è stata riconosciuta dalla Chiesa nel Concilio di Trento che ha identificato nell’Antico Testamento, come nel Nuovo, l’esistenza di numerosi generi letterari e la presenza, a fronte dell’unica Verità, di modi di esprimersi propri dei tempi in cui l’opera è stata formata. Sempre e comunque nella Scrittura si riconoscono il senso letterale e storico risultante dall’immediato significato delle parole e il senso spirituale, che indica le Verità da credere, le pratiche da seguire, le finalità.
L’Antico Testamento è caratterizzato dalla centralità del popolo ebraico, che pure caratterizza vari aspetti puramente umani della Scrittura. Tale centralità è necessaria in quanto al popolo di Israele è stato affidato il compito di trasmettere le Promesse di Dio fino alla venuta di Gesù Cristo che dà inizio alla Santa Alleanza con Dio di tutta l’umanità.
Il Canone della Chiesa Cattolica divide i libri del Vecchio Testamento in: Pentateuco, Libri storici , Libri didattici , Libri Profetici. Il primo e il secondo libro dei Maccabei fanno parte dei libri storici.
Il primo libro dei Maccabei è quello più estesamente documentato perché riguarda un periodo storico ben preciso (seconda metà del secondo secolo dell’Evo Antico) e avvenimenti con una precisa collocazione geografica e politica (la Palestina). Narra la lotta contro la presenza nell’area dell’egemonia ellenistica mentre si profila il dominio di Roma.
L’autore sembra essere un dotto Giudeo di Gerusalemme contemporaneo ai fatti accaduti (134 a.C.). Certamente era un profondo conoscitore della geografia e della topografia del suo paese, e della letteratura biblica, dalla quale ha preso la forma letteraria. Era uno scrupoloso osservante della legge mosaica quale suprema manifestazione dell’ Alleanza . Per rispetto non nomina mai Dio ma lo evoca usando il vocabolo “Cielo”.
Il libro narra la lotta del popolo ebraico contro l sovrani seleucidi che volevano imporre un culto diverso, basato sulla divinizzazione del sovrano alla maniera orientale. La lotta si svolge sotto la guida della famiglia di Matatia, i cui membri derivano il nome di Maccabei verosimilmente dalla parola “maccabi”, significante martello, cioè lo strumento con cui il popolo di DIO distrugge la sua negazione. La lotta è in difesa del Tempio e della Legge, delle proprie identità, cultura e Fede e giunge sino alla testimonianza del martirio come quello di Eleazaro.
Nel libro Dio non si vede, non si ascolta la Sua voce, non vi è un Suo intervento manifesto. L’uomo prende l’iniziativa, interpreta la storia, cerca soluzione per la vita del suo popolo. Dio è nel cuore , nell’intelligenza e nella volontà dell’uomo. Nel libro è assente un Dio visibile, ascoltabile, tangibile, ma è presente come luce, forza, ispirazione, progetto di salvezza.
Appartiene all’uomo la responsabilità in difesa della Fede di attingere alle armi della parola, della razionalità, della dialettica , del comportamento, contro le lusinghe di ogni facile acquiescenza. Il successo che il popolo ebraico ottiene è fondamentale per il mantenimento della presenza della Legge che otterrà il suo scopo al momento della venuta di Cristo in un luogo della Terra a ciò predestinato.
Non è quindi una Iliade , ma è un libro il cui significato spirituale è un imperativo per ogni cristiano di mantenere e testimoniare la sua Fede, con la propria vita. Questa è la vocazione del cristiano e certamente parte della sua vocazione sono il sostegno e la collaborazione con gli operai di Dio, i sacerdoti.