La lettera del Presidente Faralli ai Serrani: “Chiedo la vostra amicizia”!

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Dal 1° luglio 2023, va in carica la presidenza nazionale di Giuliano Faralli, nuovo Presidente di Serra International Italia. Già Vicepresidente nazionale con delega alle comunicazioni e con delega alle estensioni negli ultimi due mandati, durante i lavori del CNIS di Assisi, sabato 4 giugno 2022, era stato nominato per acclamazione dall’Assemblea dei Delegati successore della Presidente Paola Poli. Il passaggio di consegne di presidenza è avvenuto al termine del XVIII Congresso di L’Aquila, sabato 27 maggio scorso.

Pubblichiamo di seguito l’indirizzo di saluto che, in apertura del suo mandato, invia a tutte le amiche e gli amici Serrani.

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Carissime amiche e amici tutti!

 

Il Signore Gesù, il primo ospite dei nostri incontri, guidi le nostre iniziative, vigili le nostre coscienze, operi affinché le nostre discussioni non ci dividano, ma ci uniscano nella ricerca del vero e del bene e ci protegga; protegga noi, i nostri cari, la Sua Chiesa, i Suoi Ministri tutta l’umanità, la terra e tutto quanto contiene.

Ricordiamoci, ogni volta e, qualunque cosa ci accada, di dire sempre grazie a colui che ci dà forza: il Signore dà, il Signore toglie, sia benedetto il Nome del Signore!

Il mio primo ringraziamento va, quindi, a Nostro Signore. Mettiamo tutti noi stessi al Suo servizio: Senza di me, ci dice, non potete far nulla; insieme a lui, sappiamolo, possiamo fare tutto, quindi: siempre adelante!

Andare avanti con le nostre vite non significa però dimenticare coloro che non ci sono più. Anzi, significa trovare nuovi modi per ricordare, così da interiorizzare la loro assenza e renderla parte della nostra vita e di quello che desideriamo per il bene della Chiesa.

Il Serra, come lo penso io, è quello che i nostri atti fondativi definiscono: un movimento, diceva il Cardinale Siri che a Genova ne fu il primo promotore per l’intera Europa, portato al fare, dinamico, che avvicini persone che ricoprono un ruolo preminente nella società, che magari non si troverebbero bene con altre associazioni del laicato cattolico, ma che nel Serra mettono a frutto i propri talenti.

Un movimento che difenda il senso della propria vocazione a favorire e sostenere le vocazioni di speciale consacrazione, creando un clima sociale e culturale non ostile a chi voglia rispondere “sì” al Signore, ed a supportare, con amicizia e servizi, i Seminaristi, i Vescovi, i Sacerdoti, i Religiosi, le Religiose.

Un movimento che si faccia conoscere per il proprio stile, concreto, conviviale, positivo.

I Serrani saranno anche anziani, ma lo Spirito non è mai vecchio se si ravviva specchiandosi in un progetto vitale quale quello che il Cristianesimo propone. Ed il CNIS non dev’essere, con me non lo è, un faticoso orpello intrigato in faccende burocratiche, non sarà una sovrastruttura avvitata su sé stessa, ma si proporrà ad ogni Distretto, ad ogni Club, come un agile strumento di supporto, di stimolo, di formazione, ove occorra anche di vigilanza, ma non sarà mai un freno alla libertà con cui ogni Club potrà declinare la propria attività Serrana.

Se riusciamo a trasformare i Club in un ambiente sociale vivace, positivo e propositivo, potremo ben esprimere la nostra utilità!

Finché i club non si rivolgeranno consapevolmente e deliberatamente ai giovani, comprendendo le loro necessità e i loro desideri, lo spirito Serrano non verrà trasmesso alle nuove generazioni. Non dobbiamo cambiare l’identità del Serra e quello che ha sempre fatto, ma solo il modo con cui agire. Bisogna rinnovare l’immagine del Club, cambiare l’immagine pubblica attraverso services che vengano percepiti dall’attuale opinione pubblica.

Diceva Paolo VI che il mondo non ha bisogno di Maestri, ma di Testimoni. A ciò, quindi, siamo per prima cosa chiamati, a rendere testimonianza con la nostra vita e le nostre opere del nostro essere Cristiani e Serrani.

E nel percorre le strade verso i nostri scopi preoccupiamoci, come è doveroso, delle regole, delle tecniche, dei linguaggi, degli strumenti, ma ricordiamoci che la nostra stella polare è Cristo, se seguiremo quella approderemo ad acque tranquille, se ci illuderemo di seguire la nostra di stella, affogheremo nei nostri limiti.

Altrimenti, come ci ha detto Francesco: si diventa cristiani da museo!

Difendiamo la nostra cultura, facendo cultura di azione, cultura di testimonianza, usando le metodologie che conosciamo essere efficaci, a partire dalla formazione per nuovi e vecchi Serrani, proprio per allinearsi e confrontarci.

La fede non è vissuta se non diventa cultura: questa è una necessità apostolica.

Ricordiamoci, senza mai cadere nella tentazione di trasformare il Serra in una cosa facile snaturando così quegli alti valori della nostra missione di cui siamo responsabili. Il Serra deve essere conosciuto per quello che è: un club cattolico di laici che si formano ed agiscono a favore delle vocazioni con metodi non clericali (non ci competono) e struttura tipiche di un club service e nulla più!

Affermava il Card. Siri: “Pregare, ma non inteso come il risvolto della rassegnazione, come se si pensasse che per le vocazioni non si possa fare più di quanto abbiamo fatto, che basti aumentare le Ave Maria senza fare nulla”!

In generale chiedo a tutte e a tutti, impegno per il mantenimento dei Soci e l’estensione del Serra, seguendo la formazione e metodi attuali, aprendo ai giovani e meno giovani, ma ciò, care amiche ed amici, non deve rimanere solo negli intenti.

Per me, amiche e amici, chiedo una sola cosa, una sola grande cosa: la vostra amicizia, che comprende tutte le virtù e porta buoni consigli ed evita inutili polemiche, alle quali, giunto a questa età, correlata alla quarantennale esperienza associativa, mi posso permettere di rispondere appropriatamente!

Non parlerò troppo delle mie difficoltà o della crisi, la parola più in voga ai nostri tempi: vorrò sforzarmi di vivere la realtà della speranza cristiana e così vivrò la responsabilità che mi avete dato non come un peso, ma come un dono.

Infine, con la saggia guida del nostro Consulente Episcopale il signor Cardinale Beniamino Stella, ci prostriamo al Santo Padre Papa Francesco, deferenti, implorandone la benedizione ed offrendogli la nostra preghiera e tutta la nostra leale amicizia in un’epoca difficile che poco ascolta la Sua parola, limpidissima e profondissima come l’acqua di sorgente, spesa in difesa della pace, oggi in grave pericolo e degli ultimi, sempre più emarginati e dimenticati.

A propositi di questo, concludo con una annotazione personale. Come molti di voi sanno sono anche il Direttore della Caritas nella Diocesi di Montepulciano e, in base al mio vissuto, posso dirvi che mai da nessuno ho imparato tanto come dagli ultimi a cui diamo una mano; le scelte preferenziali per i poveri non si realizzano solo con le elemosine, quanto piuttosto con la condivisione di un dolore che deriva dall’ingiustizia, dalle guerre, dalla discriminazione; come Cristiani abbiamo il compito di rendere una testimonianza che guarisca un mondo egoista e lo faremo da Serrani, con il nostro stile e la nostra concretezza.

Dio ci aiuti, Dio benedica il Serra e, Maria, Madre delle Vocazioni, preghi per noi!

 

Montepulciano, 1° luglio 2023.

 

Il Presidente Nazionale

Giuliano Faralli