Il Tabaccaio di Prato

Il 25 maggio si è tenuta la conviviale del Serra Club presso il Seminario Vescovile con Marcello Pierozzi per parlare della figura pratese Renzo Buricchi sul seguente tema: “Il Tabaccaio di Prato”. Come sempre l’incontro ha avuto il suo inizio con la preghiera che non è stata la consueta recita del vespro, ma una decina di Ave Maria visto che siamo nel mese mariano.
La conferenza è stato sulla figura del tabaccaio Renzo Pietro Buricchi nato nel 1913 e morto nel 1993 a 70 anni per problemi di salute. La sua vita è stata caratterizzata da una grande spiritualità e fede molto avanzate per i tempi.
Renzo era un uomo che parlava sia delle piante che degli animali perché nella natura ci vedeva la Mano di Dio e sul Vangelo trovava ogni risposta in modo particolare dove dice di essere del mondo e non per il mondo. Renzo ha avuto a che fare con i comunisti di allora, molti dei quali lo erano sulla carta ma non avevano niente del comunismo, e con i democristiani, che non erano tutti cristiani veri, ma ispirati a ideali partitici e politici. Aveva fondato un’associazione di volontariato tutta sua dove si trovava con alcune persone a recitare il Santo Rosario, leggere un brano del Vangelo con i rispettivi commenti ed a cantare l’invocazione allo Spirito Santo. Si spostava in varie parti della Toscana anche se il suo luogo preferito era il convento francescano della Verna. Non era ben capito dal primo vescovo residenziale di Prato, Monsignor Pietro Fiordelli, il quale quando sapeva che si ritirava alla Verna, aveva contattato i frati dicendo loro di non fargli scrivere meditazioni personali. Quando Renzo seppe questa cosa obbedì e da allora non scrisse più niente ma meditava nel silenzio. Chi si serviva da lui in tabaccheria, raccontava che sapeva capire il loro stato d’animo e con alcuni ci faceva un percorso spirituale ed era generoso e caritativo verso chi non aveva niente tanto che gli consentiva di andare a mangiare al ristorante tanto poi sarebbe andato lui personalmente a saldare il loro conto. Monsignor Gastone Simoni vescovo emerito di Prato definì Renzo un personaggio misterioso ma iniziò ad apprezzare la sua spiritualità. Renzo è molto apprezzato dall’attuale vescovo Monsignor Giovanni Nerbini. Una frase che diceva sempre era riferita al male ovvero che non è eterno ma alla fine passa che sia per guarigione farmacologica o miracolosa come per l’andarsene in cielo. Da tempo è aperto il processo di beatificazione, speriamo che possa finire nell’elenco dei beati come poi dei santi che intercedono per noi così da arrivare al Signore.
Marco Giraldi