Il Vangelo della misericordia
Nell’Angelus di domenica 23 gennaio scorso in Piazza San Pietro, Papa Francesco nel commentare il Vangelo della Liturgia, che riguarda l’iniziazione della predicazione di Gesù, ha invitato i fedeli a portare il Vangelo in tasca o nella borsa per poterlo leggere in qualsiasi momento, perché “familiarizzarsi con il Vangelo ci porta la novità e la gioia di Dio”. Un invito particolare, inoltre, a leggere il Vangelo di Luca, noto come “il Vangelo della Misericordia”, nella considerazione che il Vangelo di Luca è proclamato nelle domeniche di quest’anno liturgico. Papa Francesco ha ripetuto spesso questa esortazione alla lettura del Vangelo, tanto da farne uno degli assi portanti della sua azione pastorale, ma considera il tema della Misericordia una peculiarità ed un elemento distintivo del Vangelo di Luca, dal quale ha tratto anche il motto dell’Anno Santo straordinario del 2016: “Misericordiosi come il Padre”.
Sono tre le parabole della misericordia oggetto del Vangelo di Luca: quella della pecora smarrita, della moneta perduta e del figliol prodigo. Queste parabole rappresentano il vertice dell’insegnamento di Gesù sulla misericordia ed esprimono l’amore immenso di Dio per i suoi figli, pronto a perdonarli e ad accoglierli tra le sue braccia perché Dio è sorgente di misericordia ed è alla sua misericordia che bisogna guardare ed attingere, non con superficialità ed esteriorità, ma con sentimenti profondi di condivisione perché chi usa misericordia può trovarla in Dio.
Come il buon pastore non si preoccupa delle pecore del suo gregge, che lascia al sicuro nel gruppo, dove si sentono protette, per affrontare la fatica e i pericoli nella ricerca dell’unica pecora che si è perduta fino alla gioia del ritrovamento, così Gesù è inviato dal Padre per andare in cerca di chi si è smarrito allontanandosi da Dio, pronto a perdonarlo e a raccoglierlo tra le sue braccia.
Come la donna che ha altre monete ma non esita a dedicarsi alla ricerca dell’unica moneta perduta finché non la ritrova e a festeggiarla, così ciascun uomo e un gioiello prezioso e un tesoro inestimabile ricercato da Dio per essere salvato. Ed è proprio per ritrovare gli uomini perduti che Gesù si è immolato sulla croce.
Come il Padre che ama entrambi i figli, quello che non lo abbandona e quello che si allontana, fino a festeggiarlo al suo ritorno, perché hanno lo stesso valore, così tutti gli uomini sono uguali agli occhi di Dio, anche i più peccatori perché la gioia e l’amore di Dio è quello di perdonare.
Luca, autore del terzo Vangelo e degli Atti degli Apostoli, a differenza degli altri Evangelisti, non ha mai conosciuto Gesù ma ha avuto la capacità di scrivere un’opera storica di grande bellezza che conduce il lettore ad incontrare la misericordia di Dio. Dante Alighieri lo definì “Scriba mansuetudinis Christi”. Oltre ai tre Vangeli della Misericordia, infatti, Luca ha scritto altre delicatissime pagine colme di amore che si ispirano sempre alla misericordia, quali quelle del buon samaritano, del pubblicano umile, di Zaccheo che incontra la salvezza.
Il Vangelo di Luca ancora oggi, dopo duemila anni, continua ad essere di attualità e ad affascinare non solo i credenti, ma ogni uomo che, leggendo con amore e passione le sue pagine, accetti la sfida di mettersi in cammino guidato dalla misericordia dal Signore.
Cosimo Lasorsa