Domenica 25 Aprile, Giornata Mondiale di preghiera per le Vocazioni. Celebriamo insieme il nostro SERRA DAY, online.

Domenica 25 Aprile 2021, alle ore 16:00, in occasione della 58a Giornata Mondiale di preghiera per le Vocazioni,  il Presidente Enrico Mori ci invita ad unirsi, online (link accessibile a partire dalle ore 15:30 del 25 aprile), per un momento di preghiera e riflessione insieme a Don Michele Gianola, Direttore dell’Ufficio Nazionale per la Pastorale delle Vocazioni.

Cari amici Serrani,

viviamo ancora un tempo “sospeso”, un tempo di sofferenza ma anche di speranza, un tempo in cui la fede in Dio deve essere messa al primo posto di questa nostra vita.
Il presupposto affinché la nostra vita sia soddisfacente e piena è la capacità di attribuirgli un significato forte e l’impatto che questa pandemia ha avuto sulla nostra vita, ne è la prova.
La tragedia della pandemia che ci ha colpito, ha arricchito il senso delle nostre vite, ci siamo sentiti e ci sentiamo ancora adesso tutti parte di una comunità unita, che sa, che soltanto affrontando questa “guerra” tutti insieme la si può vincere. In particolare noi credenti, ben sappiamo che, come ci dice S. Paolo “la fede viene dall’ascolto, non dalla visione, e la parola riguarda la parola di Cristo che fa sorgere la fede nel cristiano, che fa sorgere la fede nel credente”.

Ci apprestiamo domenica 25 aprile a celebrare la Giornata Mondiale per le Vocazioni, il “Serra Day”.

Papa Francesco ha intitolato il messaggio inviato per la celebrazione “San Giuseppe: il sogno della vocazione”, prendiamolo, anche noi serrani, come esempio di fede.

Giuseppe dimostra una superiore giustizia nel scegliere la “via segreta” cioè non ripudia Maria, ben sapendo che così facendo l’avrebbe condannata alla lapidazione ma la prende con sé “fidandosi” di quanto l’Arcangelo Gabriele gli rivela in sogno. Un uomo che non ha vendetta ma amore.

Nei Vangeli non troviamo nessuna parola di Giuseppe, abbiamo solo quest’atteggiamento di “affidamento” nel fare quanto gli dice Gabriele e lo fa nella maternità di Maria, lo fa tornando dall’Egitto, lo fa tornando a Nazareth e questo diventa davvero il modello del discepolo, dell’obbedienza di colui che crede, l’esempio di fede, incondizionata, alla parola di Dio a cui tutti noi dobbiamo guardare e uniformarci.

Vi abbraccio nella certezza che Maria, Madre delle vocazioni e San Junipero, pregano per noi.

Enrico Mori

1 commento
  1. Marco Giraldi
    Marco Giraldi dice:

    Io sono il buon pastore. Il buon pastore da la sua vita per le pecore dice il brano del Vangelo di Giovanni della liturgia della Quarta Domenica di Pasqua in cui la Santa Madre Chiesa festeggia la Cinquantasettesima Giornata Mondiale delle Vocazioni istituita da San Paolo VI nel 1964 per soccorrere a questa emergenza perchè anche 57 anni fa la crisi sacerdotale si faceva sentire seppure non come ora. Quest’anno questa giornata combacia con la storica festa del 25 Aprile in cui si ricorda il Settantaseiesimo Anniversario della Liberazione del paese dal regime Nazifascista avvenuto nel 1945 anche se il regime fascista era caduto nella notte del 24-25 luglio 1943 e gli ultimi due anni furono quelli in cui i nazisti invasero l’Italia e il Duce fondò la “Repubblica di Salò”. Tutto questo per dire che negli anni della guerra molti preti sono morti come vittime e altri come martiri tipo il frate francescano San Massimiliano Maria Kolbe(1894-1941) però c’era pur sempre un numero elevato di sacerdoti che col tempo hanno subito un forte calo e Prato la mia città nativa ne risentì molto e quindi l’allora Primo Vescovo Residenziale di Prato Monsignor Pietro Fiordelli(1916-2004) fece venire vari preti del Nord Italia soprattutto dal Veneto che era la Regione d’Italia che aveva il maggior numero di preti. Non bisogna dimenticare che il 25 gennaio 1954 Pio XII aveva separato la Diocesi di Prato da quella di Pistoia rendendole indipendente l’una dall’altra con un proprio vescovo residenziale di entrambe le diocesi vedendo così molti preti che erano a Prato passare a Pistoia e quindi ci voleva un ricambio sacerdotale perchè c’era un numero maggiore di fedeli che partecipavano alla vita cristiana e per farlo ci volevano nuovi operai alla Messe del Signore. La figura di San Giuseppe scelta dal Santo Padre ci sta bene in questo contesto perchè egli è stato un uomo di grande fede che inizialmente ripudia Maria quando li annuncia di essere incinta del Messia per mezzo dello Spirito Santo ma fidandosi ciecamente della voce del Signore non teme di prenderla come sua sposa cosi che avrebbe accolto il bambino appena nato che era il Figlio di Dio. I Vangeli non parlano di un San Giuseppe che fa grandi discorsi anzi sembra non comunicare niente ma è il più grande di tutti perchè vive la sua fede nel silenzio senza farsi notare troppo a differenza di come facevano i farisei e gli scribi che Gesù rimprovera varie volte con queste parole: “Guai a voi scrivi e farisei”(il tutto tratto dal Vangelo di Matteo). Non bisogna mai fare di tutta l’erba un fascio perchè non tutti gli scribi e farisei erano uguali ma molti agivano pensando alla Legge di Mosè che era giusta ma non ne comprendevano il senso che era la fede e quindi apparivano come religiosi anzichè come gente di fede. Gesù non viene per annullare quello che aveva detto Mosè ma per portare a compimento la legge ebraica aggiungendo il comandamento dell’amore. Tornando a parlare della giornata delle vocazioni quest’anno bisogna pregare ancora di più perchè il Covid 19 si è portato via molti preti come affermava con molta tristezza il Cardinale Gualtiero Bassetti l’attuale Presidente della CEI che era stato male perchè anch’esso colpito dal virus ma grazie alle preghiere del Papa che ha sempre seguito la sua situazione così come hanno persone a lui care, il popolo fedele che gli vuole bene senza trascurare il buono e duro lavoro fatto dell’equipe medica è ancora in mezzo a noi. Non bisogna dimenticare chi non ce l’ha fatta come Monsignor Giovanni D’Alise(1948-2020) che era vescovo di Caserta, Don Giuseppe Berardelli(1948-2020) arciprete di Casnigo in Val Gandino un paese in Provincia di Bergamo in cui ha rinunciato al respiratore perchè affetto da questa patologia così che ha dimostrato di avere avuto un grande cuore al punto che ha sacrificato la sua vita per il bene degli altri lasciando senza parole i suoi parrocchiani perchè quel respiratore gli era stato donato grazie alla raccolta di offerte e di fondi dimostrando il loro affetto ma la sua vita l’aveva già vissuta come aveva detto prima di andarsene. Il Covid 19 non ha risparmiato nemmeno Prato perchè ha visto due seminaristi positivi anche se ora stanno bene e poi ha colpito alcuni preti risultando positivi seppure ora siano guariti e stanno bene. Nel tempo delle loro quarantene sono stati sostituiti dai rispettivi vice parroci e da qualche prete venuto da fuori che conosceva la situazione diocesana. Purtroppo qualche prete ci ha lasciato come Don Uberto Fedi(1931-2020) che era il “Decano del Clero Pratese” e Don Mario Donadoni(1944-2020). Preghiamo perchè il seminario vescovile pratese esistente dal 1682 non rischi la chiusura completa perchè sono rimasti soltanto cinque seminaristi di cui quattro sono diaconi e vicini al sacerdozio e dopo di loro resta un solo seminarista che sicuramente andrà a Firenze. Ci sono altri due seminaristi pratesi però uno studia a Firenze e l’altro a Roma. Chiediamo l’intercessione di San Giuseppe visto che quest’anno è dedicato a lui in ricordo dei 150 anni dalla sua proclamazione a “Dottore della Chiesa” nel 1870 dal Beato Pio IX. Pregando San Giuseppe il 19 Marzo e il 1 Maggio è possibile ricevere l’indulgenza plenaria ovvero la remissione totale di tutti i peccati che non manca ogni volta che andiamo a confessarci ma certe occasioni non capitano sempre come questo giubileo straordinario

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