Nel segno della pace
Si è aperto nel segno della pace il nuovo anno 2021. Come annunciato da Papa Francesco con il messaggio dell’8 dicembre 2020, il primo giorno dell’anno è iniziato con la celebrazione della 54.ma Giornata Mondiale della Pace, che ha avuto come tema: “la cultura della cura come percorso di pace”.
Una ricorrenza che si tramanda da quando Papa Paolo VI, l’indimenticabile Giovanni Battista Montini, proclamato santo il 14 ottobre 2018 da Papa Francesco, rivolse un accorato appello a tutti i Capi di Stato invocando il dialogo, nell’imminenza della guerra in Vietnam, con una riflessione sul valore della pace. Una proposta e una ricorrenza che Papa Paolo VI intese dedicare non soltanto agli uomini di fede cattolica, ma estendere a tutti i veri amici della pace a qualunque religione appartenenti. Fu, in sintesi, il lancio di un’idea con la speranza che la proposta fosse accettata da tutti gli uomini di buona volontà per esaltare il valore dell’amore tra i popoli e il ripudio della violenza, del ricorso agli armamenti e delle guerre La pace, affermava Paolo VI, non può essere basata su una falsa retorica delle parole. Né di pace si può legittimamente parlare ove della pace non si riconoscano e non si rispettino i solidi fondamenti: la sincerità, cioè la giustizia e l’amore nei rapporti tra gli Stati e, nell’ambito di ciascuna nazione, fra i cittadini tra di loro e i loro governanti; la libertà degli individui e dei popoli, in tutte le sue espressioni civiche, culturali, morali, religiose.
Ebbe così origine la prima Giornata Mondiale della Pace, celebrata il 1 gennaio 1968, giorno dedicato dalla Chiesa alla solennità di Maria Santissima, Madre di Dio, con la consegna del Santo Padre a ripetere ogni anno questa commemorazione “come augurio e come promessa, all’inizio del calendario che misura e descrive il cammino della vita umana nel tempo, che sia la pace con il suo giusto e benefico equilibrio a dominare lo svolgimento della storia avvenire”. Da quella data questo importante avvenimento è stato sempre confermato e celebrato il primo giorno di ogni anno dai Pontefici che si sono succeduti: Giovanni Paolo II, Benedetto XVI, Francesco.
In questo ottavo anno del suo Pontificato, Papa Francesco ha rinnovato la tradizione con un messaggio di grande spessore umano e cristiano, rivolto ai Capi di Stato e di Governo, ai responsabili delle organizzazioni internazionali, ai leader spirituali, ai fedeli delle varie religioni e agli uomini e alle donne di buona volontà per invitarli, in questo triste periodo di pandemia e di grave crisi sanitaria, a costruire la pace facendoci carico del prossimo, specialmente di chi è più fragile, per creare una cultura capace di disarmare cuori, politica ed economia.
Sono quattro i principi sociali fondamentali che Papa Francesco ha richiamato come bussola da seguire: la promozione della dignità e dei diritti della persona, la solidarietà, la salvaguardia del creato, il bene comune. Quattro pilastri che trovano origine nella dottrina sociale della Chiesa.
La promozione della dignità e dei diritti della persona perché “ogni persona umana è un fine in sé stessa, mai semplicemente uno strumento da apprezzare solo per la sua utilità, ed è creata per vivere insieme nella famiglia, nella comunità, nella società dove tutti i membri sono uguali in dignità”.
La solidarietà perché ”ci aiuta a vedere l’altro non come un dato statistico o un mezzo da sfruttare e poi scartare quando non è più utile, ma come nostro prossimo compagno di strada chiamato a partecipare, alla pari di noi, al banchetto della vita a cui tutti sono ugualmente invitati da Dio”.
La salvaguardia del creato, per una efficace cura della terra, casa comune nostra e dei poveri, perché “pace giustizia e salvaguardia del creato sono tre questioni del tutto connesse che non si potranno separare in modo da essere trattate singolarmente, a pena di ricadere nuovamente nel riduzionismo”.
Il bene comune, da servire e curare, perché è “l’insieme di quelle condizioni della vita sociale che permettono sia alle collettività sia ai singoli membri di raggiungere la propria perfezione più pienamente e più celermente, ponderando le conseguenze per il momento presente e per le generazioni future”.
Amicizia sociale, fraternità, ospitalità, rispetto dei diritti umani, amore verso i deboli e i poveri e bene comune sono temi che più volte Papa Francesco ha richiamato nei suoi interventi e negli incontri internazionali. Soprattutto il bene comune che, in una società sana, ha significato soltanto se comporta la partecipazione di tutti e comprende tutto ciò che concede coesione e forza a un popolo: obiettivi comuni, valori condivisi, ideali che aiutano ad alzare lo sguardo al di là degli orizzonti individuali.
La cultura della cura come percorso di pace è stata al centro della meditazione di Papa Francesco nel suo primo Angelus del 2021, trasmesso in diretta televisiva dalla Biblioteca privata del Palazzo apostolico, con l’auspicio che la pace regni nel cuore degli uomini e delle famiglie e l’augurio che “sia un anno di fraterna solidarietà e di pace per tutti, un anno carico di fiduciosa attesa e di speranze, che affidiamo alla celeste protezione di Maria, Madre di Dio e Madre nostra”.
Associandoci a Papa Francesco e unendoci alle sue preghiere, invochiamo, anche noi serrani, la Santissima Vergine Maria, nostra Madre delle Vocazioni, affinché ci dia la forza di superare questo momento di grave difficoltà dovuto all’epidemia e interceda per la pace nel mondo.
Cosimo Lasorsa