AUGURI per il 2021

Il Te Deum di una Serrana, past president di Serra Italia.

Per questo anno che se ne va, bastano alcune immagini che hanno fermato con l’obiettivo lo smarrimento dell’umanità al tempo del covid 19, smarrita, impaurita e confusa da un nemico invisibile venuto da lontano di cui nessuno sapeva nulla. Il mondo si è fermato, costretto da un lockdown obbligato, per evitare il contagio di massa temibile e minaccioso. Questo termine inglese entrato nella nostra quotidianità ci ha reso isolati, emarginati dalle comunità affettive, lavorative e sociali, ha distrutto il principio basilare della convivenza, dell’alterità: vietati per decreto legge gli abbracci, i baci, le affettuosità che qualificano i rapporti amicali, parentali. L’altro fa paura, è un untore minaccioso da cui stare lontano, si usa la mascherina che copre il sorriso e modifica la voce che resta soffocata da un’ ibrida sonorità. Per chi, come me, che ha bisogno di comunicare con i gesti i sentimenti tendendo la mano, abbracciando per accogliere la persona incontrata, è una vera sofferenza rimanere impassibile, distaccata ed algida! Come si fa a non baciare un figlio, un amico, un bambino tenero, una persona anziana bisognosa di affetto? Come si è potuto imporre per legge l’annullamento delle relazioni umane, della socialità con i gruppi già costituiti per affinità di interessi culturali, di scelte elettive, di aggregazioni umanitarie con cui da sempre si è costituito un percorso esistenziale? Ho pensato spesso di trovarmi nella grotta di Polifemo, chiusa da un masso enorme che non avevo la forza di spostare, al buio pesto e senza via d’uscita! Il gigante mi ha tagliato fuori dalla mia comunità, con altri che chiedevano la libertà di muoversi, di uscire per lavorare, per andare in chiesa, per incontrare le persone. Una prigionia forzata per mesi, durante i quali imparare a vivere il tempo non passivamente ma cercando le opportunità ancora consentite, per evitare di soccombere. Nella lunga estraneità fisica, le città deserte e svuotate di dinamismo vitale, è stato imposto il lavoro in remoto per le aziende, per la scuola, per il commercio….tutti connessi, ad ogni ora del giorno, con il mondo fuori! Se ripenso a come in questi mesi, da marzo 2020, è stata rivoluzionata la mia vita, con un capovolgimento totale di abitudini e consuetudini consolidate, mi viene un magone! Mi rendo conto di essere in una storia globale, planetaria in cui si è consumato il dramma di rifondare un nuovo umanesimo digitale per continuare a costruire i giorni da vivere con altre possibilità comunicative. Quale senso dare a questa sciagura mondiale, a cui tutti erano impreparati, fragili nel fisico, paralizzati dalle paure personali e comunitarie, che ha stravolto la popolazione mondiale? Se non conviene invocare la cosiddetta normalità del passato ormai archiviato, è necessario costruire il domani, declinando un’altra dimensione esistenziale salvando il principio della comunità solidale anche senza la presenza fisica. Siamo tutti equilibristi, in precaria stabilità, ma non possiamo né vorremmo cancellare il bagaglio della nostra vita, costruita mattone su mattone con grande fatica, ma è indispensabile guardare al futuro con uno sguardo di speranza, con la volontà di sperimentare ogni novità. Non mi chiedo se sono capace, mi dico che ce la devo fare, che non devo né voglio restare fuori da un mondo che corre velocemente e mi insegna un alternativo modo per dare senso ai giorni, perché non mi perdonerei di aver sprecato tempo senza studiare, senza tentare di capire quel che sta avvenendo consultando in internet i saggi sull’intelligenza artificiale, sugli studi scientifici. Il tempo prezioso da assaporare in solitudine, senza lo schiamazzo frenetico dell’altroieri, ma con la voce dell’interiorità più potente, più prepotente. Il mio TE Deum è sentito in ogni molecola del mio Dna, ti ringrazio, o mio Dio, di avermi confortato nel mio smarrimento, di aver asciugato le mie lacrime, di avermi provocato nella mia debolezza per cercarti nelle ombre solitarie della mia casa, divenuta tempio della tua presenza. Ti ringrazio, mio Signore, per avermi suggerito come evadere dalla sirena provocante della mediocrità, dell’avvilimento improduttivo, di suggerirmi quelle letture bibliche che mi hanno fatto tanto bene! Mi sono sentita nelle tue mani, fiduciosa della tua misericordia ed a Te, solo a Te ho affidato la mia vita e la vita di chi amo, di chi soffre, di chi ha sofferto la perdita degli affetti, del lavoro, di chi è caduto nel pozzo nero della depressione. Ti ringrazio, mio Signore, per averci dato un pastore universale come Papa Francesco un gigante dal cuore tenero, un Maestro senza alterigia con la vocazione all’Amore. Lo Spirito Santo ci ha donato il Papa giusto, quello della prossimità e della carità, che ama indistintamente e ci ricorda che saremo giudicati sull’ Amore. Per quest’anno che verrà, come canta Lucio Dalla, non facciamo previsioni feticistiche con il ricorso agli oroscopi, sarà quel che sarà, avremo bisogno di tanto coraggio per affrontare nuove e pressanti sfide, senza perdere la bussola. Il quadro di Henry Magritte “Golconda” (1953) è evocativo: uomini vestiti di tutto punto, con bombetta ed ombrello sono sospesi e vedono il mondo dall’alto: in modo surreale si spingono verso l’oltre, rifiutano il sistema che schiaccia, cercano una novità ed una rivoluzione esistenziale e non si arrendono perché il futuro è dietro l’angolo e chiede di essere ascoltato. “Sempre avanti, con gioia ed entusiasmo”!, Auguri per il 2021!

Maria Luisa Coppola