La pietra che fiorisce

La pietra che fiorisce

dal sito: https://www.adoratrici.it

Proponiamo una riflessione sulla pandemia di suor Maria Teodora Giacobbe che ci chiama a ricostruire sull’esempio di chi oggi sta dando la vita per gli italiani. coloro che, operando nella sanità, sono in trincea, sono come fiori tra le macerie. Suor Maria Teodora fa parte delle Monache dell’Adorazione Eucaristica, comunità monastica di Adorazione perpetua fondata da suor Maria Gloria Riva, grande amica del Serra.

È mezzogiorno, dal sentimento italiano parte un applauso di ringraziamento a quanti stanno lavorando per l’Italia. Un applauso che dice unità, Patria e speranza. È davvero commovente scoprire la capacità dell’uomo di ritornare alle origine della verità di sé. L’uomo è fatto per la comunione, per l’aiuto reciproco ed è bello vedere come la creatività sia la sola risposta all’angoscia, ed in questo gli italiani sono maestri.
Un poeta calabrese cantava dell’Italia l’essere una terra di poeti, artisti e scrittori per questo capace di rialzarsi sempre! Nella terra dove Cristo ha piantato il cuore della Chiesa non può che scorrere la speranza, fiumi di speranza. Siamo uniti ad ogni cuore che grida sofferenza in questi giorni, ad ogni pensiero di preoccupazione; stiamo in ginocchio davanti al Sacramento per quanti, con più ardore di prima, lo farebbero ma non possono.
Cerchiamo attraverso dei mezzi di comunicazione di essere un segno di speranza, una presenza che consola, di permettervi di pregare con noi e di dirvi così il nostro grazie perché ci state aiutando a costruire anche la nostra storia, fatta di volti e anche di mura. Quasi un grido di speranza il nostro volere continuare a costruire, a migliorare, a rendere bello il posto in cui viviamo! Non vogliamo fermarci perché solo l’uomo che non ha Cristo si ferma e si dispera. Noi con voi vogliamo gridare ancora con più voce: Bellezza, Bellezza, Bellezza, quell’unica parola che scalda il cuore, lascia la luce negli occhi e non fa morire la speranza.
In questi giorni dove impera il motto “io resto a casa”, che per noi è quasi ovvio, abbiamo ripreso a lavorare nel nostro giardino sentendo tutta la forza e l’energia di quanti vogliono ma non possono lavorare. La primavera non si risparmia di fiorire in questo tempo di calamità e noi figli di Dio non vogliamo forse gridare al mondo intero: Cristo ha vinto la morte?
Lo facciamo costruendo perché chi verrà dopo possa riconoscere il passaggio dei figli del Risorto!
Noi preghiamo e lavoriamo, non ci fermiamo e neanche voi!