Club di Cascina. Incontro tra scienza e fede.

Scienza e fede: è possibile un incontro? E’ stato questo il tema della quarta conferenza formativa organizzata dal Serra Club di Cascina presso la sala Magnificat del santuario di Madonna dell’Acqua e svoltasi il 28 Gennaio u.s..

Ha relazionato il prof. Fabio Caporali già ordinario di Ecologia Agraria presso l’Università degli Studi della Tuscia, ed attualmente presidente del MEIC (movimento ecclesiale di impegno culturale) di Pisa.

La risposta al quesito è sicuramente Si. Scienza e fede possono e soprattutto devono incontrarsi!

Se così non fosse significherebbe precludere agli uomini di scienza la possibilità di essere anche credenti. Come detto da San Giovanni Paolo II° ai vescovi dell’Oceania e ripreso nella Evangelii Gaudium di Papa Francesco al cap. 27, scopo della Chiesa (e quindi della comunità dei credenti) è la missione. Evangelizzare anche quando cerchiamo di affrontare le diverse sfide che possono presentarsi ovvero, come indicato al capitolo 74 della Evangelii Gaudium, farsi promotori di una evangelizzazione che illumini i nuovi modi di relazionarsi con Dio, con gli altri e con l’ambiente. Ed è quello che il prof. Caporali identifica con Ecologia considerata come Scienza delle Relazioni.

Sempre la Evangelii Gaudium nel suo riferimento ai laici fa un richiamo esplicito ad andare oltre una mera partecipazione intraecclesiale per orientarsi verso un reale e fattivo impegno a far penetrare i valori cristiani nel mondo sociale, politico ed economico. Un richiamo che non può escludere gli uomini di scienza ma che, anzi, si fa per loro ancora più pressante. Ed infatti al capitolo 132 esplicitamente recita: l’annuncio implica anche un annuncio alla cultura accademica. Si tratta di incontro fra la fede, la ragione e le scienze. Si completa, in un certo senso, un percorso che già era stato portato avanti da San Giovanni Paolo II con la esortazione apostolica Fides e Ratio. Ma soprattutto il capitolo 242 della Evangelii Gaudium dà la risposta definitiva: il dialogo fra scienza e fede è parte dell’azione evangelizzatrice che favorisce la pace. Qualcosa, quindi, che non risponde soltanto all’obbligo missionario del credente, ma che ha anche un riflesso concreto e positivo nel vivere di tutti i giorni e quindi dell’agire in favore del prossimo. Ovvero, si potrebbe dire, nel nostro essere cristiani che dovrebbe tradursi nell’amare Dio e il prossimo (nota personale).

Il prof. Caporali però rileva un eccesso di “disciplinarismo” dei nostri atenei che poco si adatta ad una missione evangelica rivolta all’uomo nella sua complessità relazionale fra le persone, e con l’ambiente: l’uomo che deve essere coscienza di questi rapporti relazionali e non solo coscienza di se stesso e/o componente transitorio della natura.

Viene in soccorso a questa visione la Laudato Sì che al capitolo 64, riproponendo le parole testuali di San Giovanni Paolo II°, recita: i cristiani, in particolare, avvertono che i loro compiti all’interno del creato, i loro doveri nei confronti della natura e del Creatore, sono parte della loro fede. Ed è con questo richiamo metodologico che il prof. Caporali ha concluso la sua relazione. Il richiamo ad una fede vissuta e testimoniata nei vari ambiti scientifico/relazionali che iniziando dalla dottrina sociale della Chiesa e passando per le materie umanistiche cui ci rimanda la Fides e Ratio nonché per la Evangelii Gaudium, trova coerente conclusione nella Laudato Sì. Un richiamo a vedere il peccato come rottura delle relazioni con Dio, con il prossimo e con la “terra” e giungere, come indicato al capitolo 217, a quella conversione ecologica che comporta il lasciar emergere tutte le conseguenze dell’incontro con Gesù nelle relazioni con il mondo che ci circonda. In altri termini, per superare quella che Papa Francesco è solito chiamare “cultura dello scarto” e che colpisce tanto le cose quanto gli esseri umani.

Paolo Chiellini