Club di Cascina. la Fede nasce dall’ascolto: come mettersi in ascolto della parola di Dio.

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Ortoprassi: un concetto per superare due modi talvolta alternativi di intendere la fede. Da un lato l’ortodossia che può sfociare in un dogmatismo impermeabile alle vicende umane. Dall’altro una fede focalizzata sulla morale che però potrebbe condurre a stabilire il primato dell’azione sulla contemplazione e quindi portare ad una azione non correttamente orientata. E’ intorno a questo concetto poco praticato che si è sviluppata la “lezione” formativa che il prof. Salani ha svolto presso il Serra Club di Cascina dal titolo: la Fede nasce dall’ascolto: come mettersi in ascolto della parola di Dio.

Figura di riferimento è la Madonna: Maria che ascolta l’annuncio dell’angelo e che si affida. Ma il suo affidarsi è un modello nel coniugare fede e prassi. Maria, insieme a ciò che umanamente appare inverosimile, ossia l’annuncio del concepimento verginale, ascolta anche l’annuncio del concepimento in età avanzata da parte della cugina Elisabetta. Ed è qui che la Sua fede si manifesta con la concretezza della prassi: non solo un “avvenga di me secondo la tua parola”, ma anche la decisione di una azione: mettersi “in viaggio in tutta fretta per la montagna verso la città della Giudea” dove abitava Elisabetta. E non era un viaggio da poco: da Nazaret, per andare in Giudea, si deve attraversare tutta la Samaria!

Prima di tutto, quindi, ascoltare. E’ Dio stesso, del resto, che ce lo chiede come lo ha chiesto ai discepoli dopo la trasfigurazione: “Questi è il mio figlio prediletto; ascoltatelo!” Ma è un ascolto contestualizzato nel mondo ebraico laddove ascoltare è riferito sempre ad un “ascolto realizzante”. E’ un mettersi alla sequela di Gesù che appena disceso dal monte della trasfigurazione agisce e guarisce l’epilettico.

Ma se la fede nasce dall’ascolto, a noi ci si presenta intanto un primo interrogativo: dove ascoltare Dio.

Ebbene. Anche se non siamo la “religione del libro”, è nel Libro, nella Bibbia, nel Vecchio e Nuovo Testamento che incontriamo un Dio che ci parla. Gesù è il Logos, la Parola. L’altro luogo in cui ascoltare è la liturgia Eucaristica nella quale incontriamo Dio non solo realmente nel corpo eucaristico di Gesù ma anche nella Sua parola proclamata e spiegata nell’omelia. Non per nulla Papa Francesco ha dedicato ampio spazio all’interno della esortazione apostolica “Evangelii gaudium” proprio al modo di presentare la Parola di Dio.

Si pone, poi, il problema di come predisporci all’ascolto, come mettersi in ascolto della Parola di Dio. Essenziale è anzi tutto la preghiera allo Spirito Santo. Poi anche un metodo pratico che, secondo il prof. Salani, è quello di scegliere un testo, leggerlo più volte e farci interpellare. Di aiuto sarebbe certamente il silenzio: fare deserto nel caos delle mille voci che ci contornano. E’ nel silenzio che Dio più facilmente ci parla: nel 1° libro dei Re si legge di Elia che ascolta e riconosce Dio in una brezza leggera.

Ed infine: come dimostrare la nostra fede nata dall’ascolto della Parola di Dio? Perché qui il rischio è quello di scadere in uno sterile dogmatismo, in una religiosità farisaica, in una mera osservanza di regole e precetti. Qui ritorna il concetto di ortoprassi. Il prof. Salani ha citato l’esempio di Zaccheo. Lui sale sul sicomoro incuriosito ma poi ascolta Gesù: “Zaccheo, scendi perché stasera devo fermarmi a casa tua”. Da quella parola nasce la sua fede che si concretizza col fare: “da oggi do ai poveri la metà dei miei beni e se a qualcuno ho rubato restituisco quattro volte tanto”. Ma è Gesù stesso che ci invita all’azione come modo essenziale per dare ragione della nostra fede: “se dunque v’ho lavato i piedi io, il Signore e il Maestro, dovete anche voi lavarvi i piedi l’un l’altro”. E’ l’agire che deve dare ragione della nostra fede, un agire ad essa conforme per non essere frutto di un moralismo essenzialmente laico; un agire che si esplicherà nei tanti modi a secondo delle capacità, delle vocazioni e dei “talenti” di ciascuno. Ma anche attraverso la testimonianza resa dall’attività delle associazioni cattoliche e quindi, anche dall’attività del “Serra Club”.

Paolo Chiellini