Club di Cascina. Apertura dell’anno sociale 2019-20

Dopo la ripresa dell’annuale attività del Serra Club di Cascina avvenuta il 17 settembre, e il successivo incontro coi sacerdoti del vicariato, si è svolta Martedi scorso la prima conferenza sul tema del corrente anno sociale: “la fede non è una idea ma un incontro”. Argomento specifico della serata, in cui ha relazionato l’ing. Vittorio Ricchiuto responsabile diocesano per la pastorale della famiglia, è stato: vivere la fede in famiglia, luogo che genera vocazioni.

Ogni considerazione possibile parte, ovviamente, dallo stabilire cosa è la fede. E l’ing. Ricchiuto ha sottolineato come la fede è prima di tutto una risposta dell’uomo a Dio. E’ Dio che fa il primo passo, che si rivela all’uomo e lo fa non soltanto attraverso un evento storico e di grazia, ovvero la sua incarnazione, ma lo fa anche attraverso la testimonianza di coloro che lo hanno incontrato.

La fede, poi, diventa strumento per rivelare all’uomo se stesso, per fargli prendere consapevolezza della sua chiamata. Ecco allora che la famiglia, se vissuta come luogo di fede, diventa luogo previlegiato della trasmissione della fede e quindi di riconoscimento della vocazione a cui ciascuno di noi è chiamato.

Oggi, però, scontiamo, purtroppo, una crisi dell’istituto familiare dovuta sostanzialmente ad una rottura degli equilibri all’interno della famiglia stessa. E questo perché nella famiglia si è passati dalla condizione di persone alla condizione di individui ed in questo modo abbiamo isolato l’uomo, abbiamo perso lo sguardo della trascendenza e ci siamo rivolti e richiusi su noi stessi. Il bene non è più donazione all’altro ma uso dell’altro per se stesso. Si è incuneata nella famiglia la cultura dell’uso e getta, un nuovo umanesimo che produce il bisogno del tutto e subito.

E non può sorprendere, quindi, che la famiglia abbia cessato di essere il luogo in cui si generano le vocazioni. Anzi, come fatto rilevare in un intervento durante il dibattito che ha fatto seguito alla relazione dell’ing Ricchiuto, non deve sorprendere che le poche vocazioni alla vita consacrata nascano proprio laddove le famiglie vivono la fede con minore intensità o dove la fede è sostanzialmente avversata o assente ed al suo posto subentrano situazioni di crisi e separazioni.

C’è, del resto, una ulteriore carenza nei rapporti e nella vita familiare che preesiste alla carenza di fede e che forse ne è anche la causa; ed è la mancanza di attenzioni alle relazioni. Vanno perciò in crisi le relazioni fra i coniugi ma viene meno anche il modo di relazionarci all’esterno della famiglia perché viene meno la propensione alle relazioni.

E qui subentra il dovere di tutto il popolo di Cristo: chi ha fede, chi ha scoperto se stesso e la sua vocazione è poi chiamato a scoprire la sua missione. Esiste una sola vocazione universale alla santità che, però, si esplica nei differenti stati di vita. I laici sono chiamati ad essere santi nella famiglia ma anche nel lavoro, nelle occupazioni di ogni giorno, nelle realtà umane. Ed allora l’incontro attraverso il quale si sviluppa la fede può realizzarsi anche al di fuori della famiglia e chiama in gioco in modo particolare il Serra Club ed il modo in cui i serrani testimoniano la fede.

Dobbiamo, in definitiva, dare alle nostre case e alla nostra vita una visibile spiritualità: il mondo deve vederci e riconoscerci come famiglie e come singoli. Dobbiamo abbattere la divisione fra fede e vita.

Paolo Chiellini