Chiesa e Vocazioni nell’Annuario Pontificio
Presso il Palazzo Apostolico Vaticano è ubicato l’Ufficio Centrale di Statistica della Chiesa cattolica. Istituito il 15 agosto 1967 da Papa Paolo VI, l’Ufficio Centrale di Statistica è l’organismo ufficiale della Santa Sede, al quale è affidato il compito di raccogliere, coordinare e pubblicare tutti i dati elaborati che riguardano la vita della Chiesa. A tale importante Ufficio, che è annesso alla prima sezione della Segreteria di Stato, è affidata, inoltre, la redazione, in lingua italiana, dell’Annuario Pontificio, strumento informativo per essere aggiornati sulla situazione e condizione della Chiesa nel mondo, che è presentato al Papa, prima della sua pubblicazione. Al Direttore di questo importante organismo del Vaticano, funzione attualmente ricoperta dal croato Mons. Tomislav Dukez, è affidato, infatti, l’incarico di illustrare a S. Santità l’andamento e i dati più significativi che riguardano il cattolicesimo mondiale. Gli argomenti trattati nell’Annuario Pontificio sono i più vari: dai membri della Chiesa, alle strutture pastorali, alle circoscrizioni ecclesiastiche, ai vescovi sacerdoti e diaconi, ai religiosi e religiose, alle stazioni missionarie, ai missionari laici e catechisti, ai seminari maggiori e minori e, ovviamente, alle vocazioni. Alla direzione di questo Ufficio è stato preposto anche il nostro Cappellano del Serra Club di Roma, Mons. Vittorio Formenti, ininterrottamente per ben venti anni dal 1996 al 2016.
Dalla lettura dell’Annuario Pontificio 2019, in correlazione con l’Annuarium Statisticum Ecclesiae 2017, essendo i dati statistici riferiti all’anno 2017, si rileva che l’andamento delle vocazioni sacerdotali, dopo la parentesi di un pur lieve incremento nel 2016, è tornato a registrare una flessione anche se non molto significativa. Per quanto riguarda i sacerdoti, infatti, a fronte dei 414.969 presenti nel mondo nel 2016 si è passati a 414.582 nel 2017, con un calo di 387 unità. Anche i candidati al sacerdozio nell’universo cattolico registrano un decremento, che passa da 116.160 nel 2016 a 115.328 nel 2017, con un calo questa volta più significativo di 832 unità. Questa diminuzione di vocazioni colpisce, in particolare, l’Europa e l’America, dove la crisi appare più evidente, a fronte della Chiesa africana e asiatica che risulta, invece, più soddisfacente. Risultano, invece, in crescita i vescovi, i diaconi permanenti, i missionari laici e i catechisti. La distribuzione dei seminaristi maggiori per continente rimane sostanzialmente stabile. Con riferimento all’anno 2017, l’Europa contribuisce con il 14,9% al totale mondiale, l’America per il 27,3%, l’Asia per il 29,8% e l’Africa per il 27,1%.
Per quanto riguarda la popolazione cattolica, la situazione resta, invece, immutata in quanto non si registrano riduzioni. I cattolici battezzati continuano, infatti, a rappresentare il 17,7% della popolazione mondiale con un miliardo e 313 milioni su 7 miliardi e 408 milioni di esseri umani, come per l’anno precedente, ma anche in questo caso con una crescita sostanziale in Africa e in Asia, una riduzione in Europa e in America.
Come riportato da Famiglia Cristiana, in un approfondimento sulla crisi sacerdotale e vocazionale, sono 42.220 i sacerdoti attivi in Italia: uno ogni 1.487 abitanti. Il loro numero è in calo: nel decennio 2006-2016, i seminaristi sono scesi del 18,6% e i 372 presbiteri ordinati l’anno scorso non bastano a prendere il posto di quelli deceduti.
Da questa reale situazione una breve riflessione. Da anni ormai l’Europa vive un calo sensibile di vocazioni al sacerdozio e in Italia siamo testimoni della crisi che investe la nostra Chiesa e i nostri Seminari, cui si aggiungono la diminuzione del numero dei cattolici praticanti e la presenza di presbiteri in età sempre più avanzata. Con la conseguenza che oggi ci sono più preti nati in Africa e in Asia che prestano il loro ministero presso le nostre parrocchie. Questo non ci deve fare perdere d’animo: ci vuole coraggio e speranza. La pastorale vocazionale nella Chiesa e per la Chiesa deve essere accolta come una sfida a tutto campo. Occorre amore e impegno per viverla al meglio e soprattutto preghiera, tanta preghiera per le vocazioni perché la messe è ancora molta anche se gli operai sono pochi.
Don Michele Gianola, Direttore dell’Ufficio Nazionale per la Pastorale delle Vocazioni della Cei, riporta sempre Famiglia Cristiana, invita ad andare oltre i numeri, pur importanti, e sprona tutti a cambiare prospettiva: “Chi tra noi adulti intende la vita come vocazione? Chi pensa davvero che le nostre scelte quotidiane sono da vivere nella relazione con Dio? Quanti invece ritengono che la “vocazione” riguardi soltanto i preti e le suore e che non abbia a che fare con la vita?”. C’è da preoccuparsi per il calo delle vocazioni? “Non bisogna fare un dramma”, conclude don Gianola: “Gli ordinati sono ben consapevoli delle sfide quotidiane”.
Cosimo Lasorsa