Lo scorso maggio il Serra Club di Udine, di cui ho l’onore di essere il Presidente, si è fatto promotore della presentazione del libro “E’ una Chiesa per giovani?” di Alberto Galimberti, un giovane autore della provincia di Como.

Tale momento è stato per noi del Serra Club di Udine, il culmine di un percorso di approfondimento sviluppato nel corso delle ultime nostre riunioni intorno al tema dell’anno serrano “La Chiesa una sfida per i giovani, I giovani una sfida per la Chiesa”. Siamo partiti da un’analisi approfondita dei motivi che hanno generato l’interruzione del dialogo Chiesa-giovani, per arrivare all’analisi delle proposte di rilancio di tale dialogo.

Gli spunti sono stati moltissimi e forse impossibili da sintetizzare in poche righe. Tuttavia sono emerse con prepotenza alcune parole che racchiudono ciò che non potrà mancare nei comportamenti della Chiesa del prossimo futuro.

La prima parola è “ascolto”. Per capire i giovani bisogna saperli innanzitutto ascoltare, senza pregiudizi e senza preconcetti.

La seconda parola è “coerenza” dei comportamenti tenuti rispetto alle parole pronunciate. I giovani credono alle persone congruenti, i cui comportamenti tenuti sono coerenti con le parole e le affermazioni fatte. Solo una Chiesa coerente con le parole annunciate, potrà ritornare ad essere credibile agli occhi dei giovani.

E tali concetti sono emersi chiari anche dal contenuto del libro presentato dal Serra Club di Udine “E’ una Chiesa per giovani?” scritto da Alberto Galimberti ed edito dalla casa editrice Àncora. Si tratta di un libro intervista, un viaggio che prova a smantellare la mole esorbitante di stereotipi appioppati addosso ai giovani. Giovani che vengono spesso definiti come nichilisti, sprecati e sdraiati. Disillusi su tutto, assuefatti a un presente rattrappito, accartocciato su se stesso. Giovani che consumano desideri epidermici ed effimeri, che poltriscono nell’apatia.

Il libro è una raccolta appassionante di 12 storie di giovani, che l’autore ha intervistato lungo un itinerario scandito da incontri con giovani impegnati, tra mille peripezie, a scovare il senso della propria esistenza e a non disertare il destino cui sono chiamati. Giovani che vivono in Italia e all’estero. Giovani credenti e atei. Studenti e lavoratori. Sposati e conviventi. Giovani pellegrini in movimento, sulle tracce della propria vocazione.

Da queste interviste emerge che il dialogo da riallacciare con i giovani costituisce un’urgenza che interpella, interroga e scuote l’istituzione ecclesiale. E in una Chiesa europea declinante, riecheggia prepotente la profezia del Cardinale Carlo Maria Martini contenuta in Conversazioni notturne a Gerusalemme “Voglio una Chiesa aperta, una Chiesa che abbia le porte aperte alla gioventù, una Chiesa che guardi lontano”.

E che questa sia la strada tracciata ce lo ricorda anche Papa Francesco che vuole una Chiesa accogliente e capace di curare le ferite e di riscaldare il cuore dei fedeli, capace di dare vicinanza e prossimità a tutti.

Dalle interviste contenute nel libro esce uno spaccato di gioventù che giudica la Chiesa ancora poco consapevole delle esigenze reali espresse dai giovani e troppo arroccata su posizioni tradizionaliste ma che d’altro canto osserva con ammirazione i comportamenti tenuti da Papa Francesco. Sono affascinati dalla sua figura e dalla coerenza delle sue parole e comportamenti, soprattutto per quanto riguarda il suo impegno per gli ultimi e gli indifesi. Dal coraggio delle sue scelte, spesso controcorrente.

Se questa è la strada che la Chiesa è chiamata a percorrere per riallacciare il dialogo Chiesa-giovani, anche noi serrani siamo chiamati a dare il nostro contributo, concentrandoci sull’annuncio della buona novella, piuttosto che sugli accenti calcati sulla dottrina e i divieti, usando più parole di misericordia che di biasimo. Se sapremo dimostrare di essere testimoni autentici e concreti del Vangelo potremo contribuire alla ricucitura del rapporto con i giovani, e i nostri Club torneranno ad essere luoghi accoglienti e stimolanti anche per le nuove generazioni.

Perché i giovani costituiscono linfa vitale, sangue pulsante e aria fresca da respirare a pieni polmoni per il Serra Club e per la nostra amata Chiesa.

Paolo Zoratti